Aldo Bet è stato un grande stopper del Milan, ma anche di Inter e Roma, avendo allenatori del calibro di Herrera, Trapattoni, Liedholm e Rocco. Le sue parole alla Gazzetta dello Sport.

Ma il cuore batte per?
"Per il Milan. Ci ho trascorso tanti anni, dopo la stagione in “Purgatorio” a Verona. Ho vinto lo scudetto della Stella, con Liedholm".

Oggi è un calcio diverso. Ma il Milan le ridà entusiasmo, anche se stasera deve passare dal Bentegodi.
"Non sarà per niente facile a Verona. È una squadra fisica, su col morale. All’andata fece penare il Milan".

È nato, calcisticamente, all’Inter ed è cresciuto con Herrera.
"Ero giovane. Sveglia alle 7, andavo a lavorare dietro il pensionato in un’azienda di lubrificanti fino alle 12. Poi via ad Appiano per l’allenamento e poi alle scuole serali. Non ce l’ho fatta a diplomarmi come perito meccanico. A 17 anni, dopo un bel torneo di Viareggio, il ds Italo Allodi mi disse: “Domani vai con la prima squadra”. Ero timido come ora, c’erano tanti campioni. Herrera mi chiama e mi dice: “Fai come Burgnich, se c’è da fare legna si fa legna. Giocai all’Inter alcune partite in prima squadra, poi mi volle alla Roma e trovai pure la Nazionale. Herrera era avanti anni luce, capiva tutto prima e con la sua forza ha fatto alzare gli stipendi a tutti gli allenatori".

Bet, un colpo da osservatore?
"Mi vengono in mente quelli che segnalai e non furono presi. Koulibaly del Napoli lo vidi al Metz, nella seconda lega francese nel 2010. Salah del Liverpool era al Basilea. L’ultimo notato che vedo bene ora è Skriniar. Lo osservai in Olanda con l’Under 21 slovacca".

Ora è all’Inter a contendere lo scudetto al Milan.
"Affascinante vedere una sfida così aperta fino alla fine. L’Inter è fisica e tecnica, il Milan ha organizzazione e non muore mai".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 08 maggio 2022 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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