Grande endorsement oggi della Gazzetta dello Sport per Antonio Conte, premiato nelle scorse ore con la Panchina d'oro. "Dalle macerie lui tira su un capolavoro. È successo alla Juve, in Nazionale (l’Europeo del 2016 fu il prequel del trionfo del 2021), al Chelsea, all’Inter - si legge -. C’è chi dice che sia anche un astuto stratagemma: sceglie un club dove non si può fare peggio, vince e poi cambia. E chi sottolinea che quando Conte va via serve un nuovo restyling perché i giocatori sono stremati. Punti di vista, anche leciti. Ma poi restano i fatti: quattro scudetti, una Premier League, un FA Cup, due Supercoppe italiane. Nessun titolo europeo, è vero, e lo stesso Conte è consapevole che dovrà navigare nel mare aperto delle coppe con la stessa naturalezza con cui gestisce le meno pericolose onde dei tornei locali".

Conte - secondo la rosea - manca parecchio alla Serie A. "È divisivo, lo ami o lo odi, e questa cosa gli piace assai - spiega il giornale -. Non ha mai gradito l’indifferenza. Conte ci manca perché adesso in Italia avremmo tanto bisogno di gente di calcio: i cervelli in fuga sono l’ultima cosa che possiamo permetterci. Ci manca perché non ha paura di lanciare i giovani (Bastoni, per fare un nome), perché ti entra nella testa e ti insegna tanto (due mesi con lui sono serviti a Kulusevski più di due anni e mezzo alla Juve), perché ti fa dare quello che non pensi di avere (Lukaku), perché sembra integralista ma quando arrivò Vidal a Torino gli bastarono tre allenamenti per cambiare modulo, perché persegue la vittoria sistemando ogni piccolo dettaglio, perché le sue sclerate (a volte sbagliate: sulla comunicazione c’è parecchio da lavorare) sono comunque meglio di tante frasi fatte".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 01 aprile 2022 alle 11:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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