Su 1.154 tesserati nei tre gironi, i neri africani in campo sono 54. Ovvero il 4,67 per cento delle rose delle 42 formazioni. Questo è il dato pubblicato oggi dalla Gazzetta dello Sport in riferimento all'attacco di Arrigo Sacchi sulle giovanili con "troppi ragazzi di colore e troppi stranieri". 

"Vero è che gli stranieri sono tanti e gli italiani fanno fatica a giocare, però l’ostacolo non sono i giocatori di colore. Quindi il Sacchi-pensiero va per lo meno rivisto e di sicuro ridimensionato. Perché se la critica poco velata di Arrigo nei confronti di rose piene di un numero esagerato di stranieri – o meglio, specifichiamo, africani, dato che le parole e i colori contano – nei nostri vivai è un concetto che potrebbe anche trovare sponda, non è supportato dai dati", spiega la Gazzetta

Nel mirino c'è l'Inter? "Resta dunque da capire meglio cosa intendesse il nostro vecchio commissario tecnico, e vicecampione del mondo a Usa ’94, parlando di troppi neri in Primavera. Perché analizzando nel dettaglio il cammino delle varie squadre, il numero di presenze non è poi così significativo, se non nell’Inter di Stefano Vecchi, che in questa stagione ha dato spazio nella sua squadra a 7 neri africani, tra cui Donkor, ultimamente schierato anche da Roberto Mancini in A. E’ vero, l’Inter ha un numero alto di giocatori di colore africani, eppure in prima squadra sono esplosi Puscas – romeno classe ‘96, ben pagato due anni fa – e Bonazzoli, classe ’97, in nerazzurro dai Pulcini e di recente mattatore al Viareggio. E questo Bonazzoli è lo stesso ragazzo che un anno e mezzo fa fu lasciato a casa dalla nostra spedizione mondiale Under 17 negli Emirati Arabi. La firma sulle convocazioni era di Daniele Zoratto, la supervisione di Arrigo Sacchi. Ecco, come la mettiamo con la mancata convocazione mondiale di quello che già da due anni viene considerato il nostro miglior talento emergente? E, restando in casa Inter, non sarebbe meglio chiedersi come mai la squadra che ha vinto la NextGen Series nel 2012 non ha visto ancora imporsi un giocatore nel grande calcio, mentre nell’Ajax finalista sette ragazzi giocano in pianta stabile in prima squadra e uno – Blind – ora è allo United e vanta già un Mondiale da protagonista? Ecco, più che soffermarci sulla forza fisica o il colore della pelle, dovremmo imparare a osare un po’ di più. Perché c’è ancora tanto talento in giro per la nostra Italia". 

Sezione: Rassegna / Data: Mer 18 febbraio 2015 alle 12:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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