Dopo 4 ore di riunione, l'accordo sulla spartizione dei proventi tv in Serie A non si è ancora materializzato. Finora - spiega la Gazzetta dello Sport - si sono distribuiti i soldi secondo criteri provvisori, ma da marzo non è più possibile perché potrebbe verificarsi il caso di club che ricevono più di quanto spetti loro.  Le posizioni tra i due fronti restano rigide: 6 big da una parte, 14 medio-piccole dall’altra, col quorum fissato a 15. Si scontrano due visioni, con Juve, Milan, Inter, Napoli, Roma e Fiorentina (la Lazio si è sganciata) che vogliono più soldi per potersi confrontare con maggiori chance nello scenario internazionale, e le medio-piccole chiedono una distribuzione più democratica, sul modello della Premier, per assicurare più competitività a livello domestico. Le ragione della discordia sono rappresentate dalla destinazione dei 150 milioni in più (l’incremento del 20% sulla vendita dei diritti tv), che le big vogliono redistribuire solo tra le prime dieci della classifica, mentrre le medio-piccole chiedono che vadano a beneficio di tutte le società, escluse le retrocesse, quindi anche dall’undicesima alla diciassettesima. Ieri si è provato a trovare un compromesso, e i tempi stretti lasciano pensare che un accordo ci sarà. 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 13 febbraio 2016 alle 11:42
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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