A Borja Valero ancora non va giù lo 'scippo' della Champions da parte del Milan nel 2013, con quel successo decisivo dei rossoneri a Siena macchiato da errori arbitrali che scatenarono veementi polemiche. "La sua normalità crea dipendenza - spiega la Gazzetta dello Sport -. Tre stagioni con Montella che non ha mai voluto rinunciare a lui nemmeno sotto tortura, da interno sinistro nel 4-3-3 ma anche avanzandolo. Stessa storia con Paulo Sousa, che lo ha utilizzato soprattutto sulla trequarti sinistra (al fianco di Ilicic e dietro a Kalinic) in un 3-4-2-1. La «dipendenza» di Spalletti è scattata nell’estate 2016 e se la Roma non fosse uscita nel preliminare di Champions contro il Porto la collaborazione tra i due sarebbe iniziata in anticipo. La prima richiesta appena sbarcato a Milano è stata chiara: «Voglio Borja Valero per far girare il centrocampo e per avere quella leadership che mancava l’anno scorso». Detto fatto. Nelle terre di mezzo Spalletti ruota tutti (consueto ballottaggio Gagliardini-Vecino) tranne l’ex Real, la cui «colpa» in carriera è quella di essere nato nella generazione degli Iniesta, Xavi, Fabregas e Busquets. E tornando al derby, viene difficile pensare che con Borja in campo l’Inter si sarebbe suicidata (da 2-0 a 2-2 negli ultimi 7’ più recupero) come successo nell’ultima stracittadina. Perché la vera forza dello spagnolo, oltre alla tecnica, sta nella leadership silenziosa e nella capacità di essere sempre punto di riferimento quando la palla scotta".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 14 ottobre 2017 alle 09:44 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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