"Abbiati in uscita disperata che all’ultimo minuto della partita di ritorno devia in angolo il tiro di Kallon". È senza dubbio quella la scena che tormenta di più i protagonisti nerazzurri di quella semifinale di Champions League del lontano 2003. "Rimasi di sale come tutti noi dell’Inter" racconta Gigi Di Biagio a Sportweek: "C’era tanto silenzio, qualcuno piangeva. Non sono momenti piacevoli da ricordare, neanche adesso che sono passati vent’anni. E poi noi eravamo purtroppo abituati a delusioni del genere: dodici mesi prima avevamo perso a Roma contro la Lazio uno scudetto già vinto". Cuper perdente per i trofei persi in quegli anni? Non diciamo sciocchezze. Eravamo noi giocatori a dover andare in campo e vincere le partite. Troppo facile prendersela con l’allenatore, che, peraltro, nel 2002 aveva fatto un miracolo, assemblando e facendo funzionare una squadra meno forte di altre. Vorrei ricordare che Ronaldo e Vieri, in coppia, fecero cinque partite. Ma eravamo una squadra vera, quindi a Cuper assegno solo meriti".

Questo che derby sarà?
"Equilibrato, in cui si affrontano due grandi squadre. Il Milan soprattutto sta dimostrando che in Champions veste una maglia diversa rispetto al campionato. Vale anche per l’Inter, che zoppica in Serie A e in Europa vola. È la classica sfida senza pronostico e molto tattica. La differenza la farà la condizione fisica di alcuni giocatori, a partire da Leao e Lautaro". 

Cosa deve temere il Milan dell'Inter e viceversa?
"Niente in particolare, se non le giocate dei singoli. Il Milan ha preparato le partite contro il Napoli in funzione di Leao: tutte le volte che il portoghese si è acceso, ha fatto male a un avversario che pure ha giocato benissimo."

Riduttivo dire che i nerazzurri sono più fisici e i rossoneri hanno più gioco?
"Non è vero che l’Inter non abbia gioco, al contrario: è vero che in campionato ha perso tante partite, ma dopo aver calciato 20 volte verso la porta".

Pioli e Inzaghi sono ancora in grado di sorprendesi recipreocamente?   
"Negli ultimi mesi Pioli ha già fatto qualcosa di diverso rispetto al suo credo, e in qualche modo lo ha pagato perché, per dare più compattezza alla difesa, ha faticato a fare gioco davanti. Tornato al 4-2-3-1, ha ritrovato il suo Milan. Dall’altra parte, le invenzioni di Inzaghi si limitano alla scelta del regista e del compagno di attacco di Lautaro."

Cosa cambia tra Calhanoglu e Brozovic?
"Calha dà più palleggio e meno riferimenti, è più imprevedibile rispetto a Brozo, uomo di maggior ordine ed equilibrio." 

E tra Dzeko e Lukaku.
"Con uno Lautaro fa la prima punta, con l’altro la seconda."

Sezione: Rassegna / Data: Sab 29 aprile 2023 alle 12:07
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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