Anche Il Corriere della Sera oggi in edicola si sofferma sulle conseguenze dell’eliminazione dall’Europa League. “C’è un’Europa che è appena andata in fumo e c’è un’Europa da riconquistare - si legge -. Lo ha chiesto alla squadra Erick Thohir, da Giakarta, un quarto d’ora dopo la fine della partita con il Wolfsburg. Il presidente, attraverso il pensiero veicolato già nella notte attraverso la sua portavoce ufficiale, si aspetta nelle ultime undici partite di campionato un’Inter compatta, che dia il meglio, raccolga più punti possibile fino al 31 maggio e conquisti un posto in Europa League. Il che significa raggiungere almeno la sesta posizione in classifica, anche se questo comporterebbe l’obbligo di giocare un preliminare già a inizio agosto (niente tournée in Asia)”.

E ancora: “Il cammino di espiazione dei manciniani comincia domani a Genova (senza Kuzmanovic, fuori 40 giorni per la frattura del radio) contro la Sampdoria di Mihajlovic e Samuel Eto’o, giusto per ricordare all’Inter un passato glorioso e lontano. Poi scatterà il piano di rifondazione. In varie tappe. Da luglio torneranno le maglie a strisce verticali nero e azzurre, dopo un anno di violazione delle regole e verrà cassata anche quella tutta azzurra (una simil-Como), esibita in giro per l’Europa. Nel frattempo si penserà a cambiare quasi tutto nella squadra, perché, come ha spiegato bene ieri il vicepresidente Javier Zanetti, a Inter Channel «i ragazzi ci hanno provato, i tifosi li hanno sostenuti fino alla fine, dimostrando di essere a fianco di giocatori e club. Di fronte c’era un avversario che ha saputo gestire benissimo il risultato. I giocatori devono capire che c’è sempre la possibilità di reagire, rendendosi conto del peso della maglia che si indossa. Non è per tutti mettere quella dell’Inter». 

Questa stagione, con anche il cambio di allenatore, è servita almeno a capire che la squadra va ripensata e ricostruita su altre basi, perché troppi giocatori hanno dimostrato di non essere in grado di rispondere alle attese. Di questo devono aver parlato Mancini, il d.g. Fassone e il d.s. Ausilio, visto che sono usciti da San Siro che era già passata mezzanotte. Se dopo quattro mesi, con Mancini in panchina, c’è chi commette sempre gli stessi errori, nel segno di una fragilità disarmante, è evidente che l’Inter ha difetti strutturali che soltanto un forte cambiamento potrà cancellare. Servono una strategia chiara e l’individuazione di giocatori finalmente funzionali al progetto di Mancini, che resta il punto fermo della prossima stagione, ma che deve essere messo nelle condizioni di poter lavorare bene, perché di maghi, nella storia nerazzurra, ce n’è stato uno solo. Si chiamava Helenio Herrera e allenava giocatori che non erano male. Servono uomini di talento, di tecnica e che diano quell’equilibrio alla squadra che al momento continua a mancare”, conclude il quotidiano.

Sezione: Rassegna / Data: Sab 21 marzo 2015 alle 11:16 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Redazione FcInterNews.it
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