"Trascorro l’estate a Milano Marittima, come ogni anno, incontro tantissime persone che ricordano i tempi belli del grande Milan e mi chiedono un autografo o un selfie. Tra loro, molti giovani. Ai quali io, curioso, domando se giocano a pallone. Prima tutti rispondevano che giocavano, che facevano il tal ruolo o il tal altro. Adesso, invece, la maggior parte mi dice che non pratica il calcio: scelgono la pallavolo, il nuoto, la scherma... Si dedicano ad altri sport, insomma. La cosa, oltre che stupirmi, non può che preoccupare un innamorato del calcio come il sottoscritto. Mi chiedo: perché succede tutto questo? Perché i giovani non amano più il football come una volta?". Se lo domanda Arrigo Sacchi dalle colonne della Gazzetta dello Sport. L'ex c.t. azzurro prova ad approfondire ancora il tema del calcio in Italia. "La prima risposta che trovo è abbastanza semplice: non lo amano perché non genera, perlomeno il calcio italiano, la bellezza e il divertimento che loro chiedono. E tutto sommato, guardando partite su partite, non posso che essere d’accordo con loro. Serve una svolta, di questo sono convinto da molto tempo: dobbiamo rinnovarci, dobbiamo proporre nuove idee, dobbiamo battere strade che finora per noi sono state sconosciute".

"Il problema, insisto, è che viviamo in un mondo in continua evoluzione e il nostro calcio, invece, non va in questa direzione - sottolinea ancora Sacchi -. Prendiamo la professione dell’allenatore. Perché, per fare questo mestiere, gli ex giocatori di Serie A o di B devono essere avvantaggiati rispetto agli altri? Ci sono pochi posti alla scuola di Coverciano ed è necessaria una selezione? Benissimo, si faccia sostenere un serio esame d’ingresso: solo chi merita può entrare. Dove sta scritto che un farmacista o un idraulico, che hanno la passione per il calcio, lo seguono e lo studiano con impegno da tanti anni, saranno allenatori meno bravi di un calciatore? Rinnoviamoci prima che sia troppo tardi".

Sezione: News / Data: Mer 20 luglio 2022 alle 16:38 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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