In una lunga intervista a La Stampa Gabriele Oriali si racconta e affronta vari argomenti legati all'Inter. Comincia partendo dalla sua trasformazione dal campo alla scrivania raccontando la prima volta da espulso per intemperanze in panchina: "Da giocatore non sono mai stato espulso - spiega - solo squalificato per somma di ammonizioni. L'esperienza da dirigente è iniziata a Bologna, dalla C alla A con Gazzoni Frascara e Ulivieri in panchina, un vulcano. Oggi fa il presidente dell’Assoallenatori e, le volte che ci vediamo, mi rimprovera gli stessi atteggiamenti - in genere, contro gli arbitri - che proprio lui mi aveva insegnato. Ci facciamo di quelle risate...".

Nel più recente passato ci sono gli insulti a Rizzoli dopo l’espulsione di Sneijder a Bergamo contro l’Atalanta, la sceneggiata in casa contro la Sampdoria... “Pentito? A vincere troppo si diventa antipatici, chiaro, ma noto attorno a noi un’attenzione esagerata, quasi fisica. Gli “007” federali che ci marcano non sono mai meno di tre a partita. Le manette di Mourinho? Quella sera Tagliavento applicò il regolamento alla lettera, giustissimo, ma che sia così per tutti e non solo per l'Inter. Quella sera tra l'altro l'inviato della procura che mi marcava stretto era una donna, le dissi 'mi lasci respirare', e lei 'faccia il suo lavoro e non rompa'".

Il Milan e Galliani non hanno per niente gradito l’invasione di campo, forse il messaggio che i rossoneri volevano mandare era che l’Inter avrebbe dovuto pensare anche ai tre rigori non dati al Chelsea in Champions League: “Da che pulpito, mamma mia. Da che pulpito. Il Chelsea: per carità, gli arbitri ci hanno detto bene. Come, contro il Liverpool, ci avevano detto male in passato. E allora? Vogliamo parlare di Milan-Roma dell’andata e di Fiorentina-Milan, arbitro Rosetti?”.

E il pugno di Quaresma contro il Chievo? "Sì, era rigore netto ma l'arbitro non ha visto: capita. Rosetti, viceversa, vide e valutò male: Thiago Silva su Menez, Burdisso su Nesta, Thiago Silva su Montolivo. Per tacere della non espulsione di Bonucci in Bari-Inter. Glielo feci rilevare senza insultarlo. Lo riconobbe. Furono gli zelantoni della procura a farmi squalificare”.

Oriali poi parla del tecnico Mourinho: “Gli venni presentato come amico giurato di Roberto Mancini. Ha avuto il buon gusto e il buon senso di mettermi alla prova. I nostri rapporti sono professionalmente buoni”, mentre sul caso Balotelli dice: “Nessuno ne discute il talento. L’importante è che Mario capisca che, a volte, il talento non basta. Soprattutto alla sua età”.

Infine il caso del passaporto falso di Recoba dove era stato condannato a sei mesi di reclusione, pena poi patteggiata: “È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca”.

Sezione: News / Data: Mar 23 marzo 2010 alle 13:05 / Fonte: La Stampa
Autore: Domenico Fabbricini
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