"Per quelli che “l’allenatore quanto conta? 5-10% cento al massimo, la differenza la fanno i giocatori!”. Mettiamo di fronte le rose di Inter e Samp a inizio campionato e pure dopo il mercato di gennaio, analizzandole però prima dello svolgimento del torneo in corso. Cominciando dai blucerchiati, padroni di casa nella sfida di oggi. In porta un Viviano che veniva da un paio di stagioni pessime (all’Arsenale poi a Palermo mai entrato in campo), poi Silvestre che aveva sul groppone 13, dico 13 presenze in due anni al Milan e con i nerazzurri. Obiang stava finendo nel dimenticatoio insieme a Krsticic, poi ceduto al Bologna dopo l’ottima stagione precedente. Eder, sì dai, buon giocatore di B ma in serie A un comprimario. Okaka chi? Quello delle 2 presenze e zero gol al Parma? Ma per favore... Oppure Soriano, quello per cui tanti se non tutti i tifosi sampdoriani sentenziavano difficoltà a giocare anche in cadetteria. Ok Eto’o, un campionissimo, ma un po’ il carattere e sopratutto l’usura, siamo sicuri che darà un contributo efficace? Così come Muriel, talentissimo, non ci sono dubbi, ma quanto pesa e che testolina si ritrova? Insomma dopo l’impresa della salvezza in pochi avrebbero scommesso un cent sui ragazzi di Mihalovic. Dall’altra parte della barricata un Handanovic ritenuto, a ragione, uno dei migliori portieri in circolazione, Ranocchia che tra alti e bassi è sempre comunque un Nazionale. Con Vidic, Nagatomo, D’Ambrosio, Dodo’, Santon e compagnia, non vincerai mai lo scudetto, ma puoi stare nelle posizioni di rincalzo. Soprattutto se in mezzo al campo hai Guarin, Hernanes, il tanto bistrattato, al momento, Kovacic (il 6 maggio compirà 21 anni, 44 gare nella Dinamo di Zagabria, 70 in serie A con l’Inter, 13 partite con la Croazia di cui 3 ai Mondiali…non scherziamo, basta aspettare un attimino…) lo stesso Medel che ha giocato anche nel Boca Jr. e dunque scarso non può essere, l’ultimo arrivato Brozovic che tanti in Europa volevano. Senza contare che ad affiancare i bomber Icardi e Palacio, Thohir e soci a gennaio hanno preso Shaqiri e Podolski. Tutto questo per affermare che Mihalovjc è il vero valore aggiunto della Sampdoria di Ferrero nel valorizzare un prodotto buono, ma difficile da preventivare nell’attuale splendida classifica. Mentre né prima Mazzarri né adesso Mancini sono riusciti a far rendere al massimo una rosa che non è quella del Bayern o del Real, ma dovrebbe assestarsi su livelli decisamente più consoni al blasone societario. La Samp è addirittura favorita in questo incontro non solo per la classifica che la vede avanti di 8 punti rispetto ai nerazzurri, ma pure per un’identità di gioco, magari non altamente spettacolare, ma precisa e sempre molto aggressiva, che la Mancini-Band per ora manco si sogna. Ma che cercherà di ripristinare oggi con il modulo 4-3-1-2, schema propositivo che abbisogna però di equilibrio tattico difensivo. Caratteristica che il bistrattato Medel di stagione (certo se pretendi da lui invenzioni, lanci millimetrici e tempi di gioco perfetti non fa al caso tuo, ma senso tattico, aggressività e voglia di spendere l’ultima goccia di sudore gli appartengono di diritto), il nazionale croato Brozovic (classe’92, ottimo acquisto, nel tempo darà prova di sé) e Freddy Guarin, giocatore straordinariamente polivalente, anche se un po’ anarchico, sono obbligati a metter in campo al Ferraris. Per sorreggere al meglio le giocate di Shaqiri, posto come trequartista, ruolo che non è propriamente il suo (più esterno d’attacco almeno come nascita calcistica), ma che anche al Bayern a volte ha ricoperto; anche partendo,tende ad accentrarsi per ricevere palla tra le linee. E servirla a un ritrovatissimo Palacio, 9 gol da fine dicembre tra campionato ed Europa League, oltre che all’ex di giornata Maurito Icardi, che a 22 anni vanta già 34 gol in A. Ci può stare anche un riposino parziale all’argentino ex Boca e Genoa e l’inserimento di Podolski dal primo minuto. Ma il problema vero è nel reparto difensivo, il quale in certe occasioni, oltre a palesare errori individuali marchiani non si capisce com’è piazzato quando l’avversario lo attacca. Col Wolfsburg all’inizio del secondo tempo era a rischio ogni qualvolta De Bruyne, Caligiuri e Dost affondavano i colpi, graziando solo per conclusioni banali nel tiro e/o nell’ultimo passaggio i vari Ranocchia (in crescita nell’ultimo periodo, ma ogni tanto mette i brividi), Juan Jesus (stagione difficile per il giovane brasiliano), Campagnaro (meglio D’Ambrosio quando è entrato, dovrebbe giocare lui a Marassi) e Santon, ripreso dal Newcastle e autore sin qui di gare più che sufficienti. Con 35 gol subiti in 27 partite, è la difesa il vero tallone d’Achille della squadra nerazzurra". Così sulle colonne de Il Secolo XIX parla Claudio Onofri che analizza così la gara di stasera fra Inter e Sampdoria.
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