Esattamente 9 anni fa, con l’Inter di Hector Cuper prima in classifica, dopo il 3-1 di Brescia, si spegneva l’indimenticato e indimenticabile avvocato Peppino Prisco. La sua vita è legata indissolubilmente all’Inter, della quale divenne vice-presidente nel 1963, un’Inter, seguita sempre in ogni gara, che gli ha regalato la bellezza di sei scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, tre Coppe Uefa, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.  Tra i suoi idoli c’erano Giuseppe Meazza e Ronaldo, per il quale diceva: “Chiedo scusa ai miei genitori, ma in mezzo alla foto di loro due io porto sempre quella di Ronaldo” . Indimenticabili anche le battute sui rivali rossoneri e bianconeri come ‘Quando stringo la mano a un milanista me la lavo. Quando stringo la mano a uno juventino mi conto le dita’, ma con i cugini era spietato. Infatti diceva sempre ‘Ricordo agli amici milanisti che noi non siamo mai andati in serie B, né pagando... né gratis’, oppure che prima di morire sarebbe diventato rossonero, così al mondo vi sarebbe stato un milanista in meno.

Una battuta tipica dell’Avvocato che è rimasto sempre nerazzurro, perfino quel 10 dicembre 2001, quando un attacco cardiaco lo stroncò e lo porto via dall’affetto dei suoi cari e dei tifosi nerazzurri, per i quali era un simbolo d’orgoglio, 38 anni di orgogliosa devozione nei confronti della squadra nerazzurra. Famosa è l’introduzione della canzone inno ‘C’è solo l’Inter’ con una sua intervista nella quale l’Avvocato correggeva chi diceva di che lui aveva solo servito 5 presidenti dell’Inter. In realtà lui ribatteva dicendo che aveva cercato di servire sempre e solo l’Inter. Un’Inter servita sempre alla grande, sempre con la sua simpatica (e tosta, nel senso buono) faccia, come un crociato in prima fila. Prisco ha visto 6 scudetti, 2 Coppe dei campioni, 2 Intercontinentali, 2 Coppa Italia, 3 Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana, ma soprattutto tanti campioni che hanno sempre avuto stima, rispetto e simpatia per quest’uomo, innamorato dei colori nerazzurri con tanto entusiasmo, ma sempre grande professionista. Fu lui a combattere per far ripetere Inter- Borussia Moenchengladbach, Coppa Campioni 71/72, la famosa partita della lattina che colpì Boninsegna, sconfiggendo le resistenze ardue dei legali tedeschi.

Lo stile e la simpatia che lo hanno sempre contraddistinto hanno fatto sempre la differenza. Prisco, nonostante le stoccate ai rivali, nutriva di un grande rispetto, di una stima fuori dalla norma. Una stima di cui, ancora oggi, l’Avvocato gode, nel paradiso nerazzurro, seduto a fianco di grandi come Giacinto Facchetti, Ivanoe Fraizzoli, Helenio Herrera e tanti altri miti nerazzurri, seduti davanti a un maxischermo a forma di nuvola a seguire le gesta dell’Inter, ammirare da lassù quei colori che quando erano su questa terra hanno sempre amato. Perciò, grande Peppino, riposa in pace da lassù, con una nuvola nerazzurra.

Sezione: News / Data: Dom 12 dicembre 2010 alle 08:39
Autore: Alberto Casavecchia
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