Intervistato da TMW, Javier Morente, Head of Relations with International Sports Associations de LaLiga, ha parlato anche dello scandalo che ha coinvolto la Juventus. Ma non solo.
Capitolo Superlega. La Liga non ha mai nascosto la sua più totale opposizione.
"La posizione de LaLiga è molto chiara: siamo assolutamente contrari a un modello elitario in cui i grandi club vogliono decidere tutto nel calcio europeo. Non ci sono solo i grandi club, ci sono più di 1.500 club professionistici in Europa, più di 50.000 giocatori professionisti, i campionati generano 11.000 milioni di euro a stagione come diritti televisivi. L'intero business di club e campionati è pari a 25 milioni di euro a stagione. Questo è l'ecosistema che abbiamo creato negli ultimi 30 anni e che dobbiamo proteggere. Un ecosistema di successo, con i suoi difetti ma di successo, che è cresciuto sulla base di campionati nazionali forti che danno accesso alle competizioni europee dove si gioca un calcio eccellente. Sempre sulla base dell'accesso e di basi come le leghe nazionali. È questo che dobbiamo proteggere. I grandi club vogliono distruggere questo ecosistema e costruirne uno nuovo e noi crediamo che questa non sia la soluzione. Il sistema è perfetto? No. Dovrebbero esserci dei miglioramenti? Sì. La soluzione è distruggerla completamente? No. Dobbiamo quindi correggere il sistema, dobbiamo migliorarlo. Uno dei grandi pilastri è la sostenibilità finanziaria. Il sistema deve migliorare la sostenibilità finanziaria, ma questo non significa che il sistema non funzioni. Dobbiamo trovare soluzioni, ma non distruggerla completamente, come vogliono alcuni. Quello che la Superliga vuole è un sistema di promozione e retrocessione in cui si passa a un sistema praticamente chiuso. Per i grandi club sarebbe praticamente impossibile retrocedere in seconda divisione. Quindi, non è vero che si tratta di un sistema meritocratico, non è vero quello che ci viene raccontato sulla Superlega. Dobbiamo continuare a lottare, seguendo il parere dell'Europa, che si è schierata contro la Superlega al Parlamento europeo, con 87 voti a favore di un sistema aperto e meritocratico basato sul merito sportivo, che è quello che dobbiamo promuovere. Ciò che sta accadendo alla Corte di giustizia europea è importante. Siamo in attesa della sentenza, ma questo non è l'ultimo passo: continueremo a lottare affinché le autorità legiferino e proteggano l'attuale modello di sport europeo".
Che idea vi siete fatti del caso Juventus?
"Noi de LaLiga stiamo seguendo da vicino il caso della Juventus. Soprattutto perché noi de LaLiga siamo a favore di un forte sistema di controllo finanziario. Abbiamo trascorso un decennio a implementare strumenti e sistemi che consentano ai club di avere finanze sane. Quando Javier Tebas è diventato presidente nel 2013, le finanze dei club non erano sane, mentre oggi lo sono. Questo permette loro di crescere. LaLiga e la Bundesliga, che ha anch'essa un forte controllo economico, vogliono un sistema sostenibile in Europa. La riforma del Fair Play Finanziario che la UEFA attuerà dalla prossima stagione è una riforma positiva ed è quella la strada da seguire. Ma è necessario che a livello nazionale le leghe attuino controlli economici più stretti di quelli attuali. Da LaLiga denunciamo le cattive pratiche nel rispetto del FFP. Dal 2018, quando abbiamo denunciato il Manchester City e il PSG per il mancato rispetto del FFP, fino a poco tempo fa, quando abbiamo continuato a denunciare il caso della Juventus, LaLiga è andata avanti in tribunale, perché è necessario e fondamentale avere una forte base di sostenibilità finanziaria che ci permetta di crescere. Abbiamo denunciato il caso Juventus dall'aprile 2022 fino a un nuovo aggiornamento di pochi giorni fa. I 15 punti in meno in classifica sono una conseguenza molto grave per la Juve, figlia di uno scandalo finanziario architettato non solo gonfiando il valore dei giocatori nei trasferimenti, ma anche nascondendo il reale monte ingaggi dei giocatori. Questo è ciò che denunciamo da LaLiga da molto tempo e che continueremo a fare. Le conseguenze per la violazione del FFP sono arrivate e devono arrivare in modo che tra tutti noi, le leghe europee, la UEFA, ecc. possiamo costuire un ecosistema sostenibile, che è quello che ci permetterà di crescere in futuro".
Come viene visto in Spagna il calcio italiano?
"Per noi, come comunità spagnola, è molto importante che il campionato italiano sia un campionato forte. È vero che in alcuni mercati siamo in concorrenza per i diritti audiovisivi, per le sponsorizzazioni, per accaparrarci parte del business. È vero che quando andiamo negli Stati Uniti, in Europa e in Asia a vendere i diritti televisivi, gli italiani sono nostri concorrenti ed è vero che è una concorrenza forte, perché la Lega Serie ha una lunga tradizione, tifosi molto fedeli alla Serie A e questo è positivo. È lì che dobbiamo lottare e competere, ma la nostra è una competizione sana. D'altra parte, pur essendo concorrenti sul piano commerciale, siamo alleati su quello politico. Tutte le leghe vogliono un ecosistema forte, leghe nazionali forti in cui la UEFA sia l'eccellenza europea, ma in cui le basi, che sono le leghe, continuino ad avere il rilievo e l'accesso che danno alle competizioni europee. Lo vogliamo tutti. La Lega si è posizionata fortemente contro la Superliga, così come noi e questo è un esempio molto chiaro del fatto che, pur essendo concorrenti sul mercato, politicamente siamo alleati e infatti lavoriamo su molte iniziative insieme. La Serie A e la Liga hanno un ottimo rapporto. Da parte de LaLiga crediamo che sia positivo che il campionato italiano sia forte, crediamo che questo richieda un forte controllo economico, che permetta alla Lega di essere sostenibile organicamente e di non dover dipendere dai contributi degli azionisti e crediamo che questa sia la strada da seguire. Noi, la comunità spagnola, sosterremo i club italiani e la Lega per andare nella stessa direzione. Da LaLiga saremo disponibili a collaborare il più possibile e a contribuire a mantenere questa sostenibilità in Italia e in Europa oggi".
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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