"Sinisa era un uomo che ha avuto coraggio. È diverso. Avere paura è normale". Le parole per raccontare Sinisa Mihajlovic escono dalla bocca della dottoressa Francesca Bonifazi, direttrice del Programma trapianto e del Programma dipartimentale terapie cellulari avanzate all’interno dell’Ematologia diretta dal professor Michele Cavo all’ospedale Sant’Orsola. La dottoressa Bonifaz, che ha seguito l’ex Inter dal secondo ciclo di chemioterapia e dal trapianto di midollo osseo, ne parla al Corriere dello Sport.

Sinisa aveva una forza non comune. 
"Aveva tutto: il fisico, il carattere. Qualcuno diceva che siamo fatti di sostanza, anima e corpo. È certamente uno che ha affrontato le cose con il coraggio". 

Il calcio lo ha aiutato o lo stress a un certo punto era troppo? 
"Il calcio era la sua vita. Come sempre, e se ami una cosa a quel punto è normale che ti prenda molto. L’altro suo ossigeno era la famiglia". 

Il peggioramento se lo aspettava? 
"Il trapianto di midollo osseo è la terapia più efficace per eradicare la leucemia mieloide acuta. E, al momento, garantisce una minor possibilità di recidiva. In questo caso, purtroppo, la malattia è tornata, è stata molto aggressiva e refrattaria alle cure".  
 
Però Mihajlovic si era ripreso anche per la seconda volta. 
"Si era rialzato. Non più di una settimana fa faceva chilometri a piedi. Ma non bisogna generalizzare, il trapianto resta ancora la migliore delle terapie. Noi medici crediamo che l’unica maniera per alleviare il dolore che proviamo nel veder morire i nostri pazienti è di scommettere nella ricerca".  

Sezione: News / Data: Sab 17 dicembre 2022 alle 16:38
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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