"In una vita di scienza, ho conservato un angolo nazional popolare: è l'amore per l'Inter. Mio nonno è stato il primo della mia famiglia a tifare, poi c'è stato mio padre e ora tocca a me. Mia figlia trentacinquenne non è una sostenitrice sfegatata, ma tifa a sua volta". Lo ribadisce Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive alla università Statale di Milano e primario all'ospedale Sacco, quando incalzato da Repubblica sul progetto Interspac. 

È stato Cottarelli a chiederle di fare la sua parte per l'Inter?
"Il primo invito mi è arrivato in diretta televisiva da Enrico Mentana, e volentieri ho accettato. Eravamo nello studio di Carta  Bianca a parlare di Covid, insieme a Paolo Mieli. Mentana, vulcanico e molto interista, ha colto la palla al balzo e mi ha coinvolto".

Parlando di soldi, quanto è pronto a versare?
"Sicuramente non faccio parte della componente della compagine dei tifosi facoltosi, ma qualcosa metterò, in base alle mie disponibilità. Il progetto è bellissimo. Coinvolgere i tifosi nella proprietà del club è un'idea intelligente, che riavvicina il calcio alle persone".

Come ha vissuto l'addio all'Inter di Antonio Conte?
"Ho pensato al triste destino di noi interisti: ogni volta che il giocattolo è bello, arriva qualcuno e ce lo rompe. Confido nell'abilità di Simone Inzaghi, persona seria. Quel che davvero mi spiace è che il club venda Hakimi.  C'è di peggio nella vita, e lo so bene. Ma l'idea di dover cedere un calciatore così forte mi è rimasta sullo stomaco".

Sezione: News / Data: Ven 25 giugno 2021 alle 20:16 / Fonte: Repubblica.it
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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