Roberto Donadoni ha appena rinnovato il suo contratto con il Parma, ma attende una chiamata da una big. Lo svela lui stesso alla Gazzetta dello Sport.

Nel suo contratto ha fatto inserire una clausola rescissoria?
"No, io credo ai rapporti personali".

Beh, però così se il Milan dovesse bussare non potrebbe svincolarsi autonomamente. 
"Esatto. Ne dovrei parlare con il presidente e il d.g. E lo farei con grande sincerità e serenità: ripeto, i nostri rapporti sono eccellenti".

Lei viene dalla gavetta e ha l’età della piena maturità per un tecnico. Si sente pronto per una grande?
"L’aspirazione è quella, mi piacerebbe cimentarmi in squadre che puntano in alto: mi pare un’ambizione naturale. Penso di aver raggiunto una professionalità tale da lasciarmi tranquillo, nel caso. Ma al momento il mio domani si chiama Parma. E non è un impegno minore, per come vedo io il calcio: si possono cogliere grosse soddisfazioni anche lavorando in provincia".

Un Donadoni sulla panchina dell’Inter o della Juve sarebbe possibile, dato il suo passato?
"Sì, credo che un professionista non debba cadere in certi ragionamenti legati al passato. Trovo, ad esempio, una sciocchezza colossale non festeggiare un gol fatto alla squadra in cui si è militato: il gol è gioia, l’esultanza testimonia quella gioia. Mica è un’offesa agli avversari. In questo c’è bisogno di una maturazione a 360 gradi negli stadi: questione di mentalità da cambiare".

Sezione: News / Data: Mar 09 aprile 2013 alle 11:53 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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