Visti i precedenti in altre partite di campionato, forse non conviene necessariamente attaccare per 90 minuti e calciare decine di volte in porta. Per una sera l'Inter si piazza sull'altro lato della medaglia e accetta di aspettare l'avversario più che attaccarlo, la medesima strategia scelta da diversi avversari dei nerazzurri in campionato e che spesso ha fruttato punti in classifica. Ieri al Do Dragao l'Inter, forte del vantaggio ottenuto nel match d'andata al Meazza, ha potuto cambiare pelle rispetto alle abitudini e ha lasciato volontariamente il pallino del gioco ai padroni di casa, provando a colpirli in ripartenza. Missione compiuta a metà, perché i giocatori in maglia gialla, nelle poche occasioni in cui riuscivano a trovare spazio per il contropiede, tendenzialmente sbagliavano scelta o peccavano di imprecisione nel momento clou. Dietro, invece, la compattezza non è mai venuta meno, neanche quanddo il Porto scattava verso la porta di André Onana dopo aver recuperato palla. 

Numeri alla mano è stato un predominio offensivo dei Dragoes in varie voci statistiche: possesso palla (68% vs. 32%), tiri verso la porta (21 vs. 11), passaggi riusciti (516 su 606 vs. 198 su 290) e calci d'angolo (6 vs. 3). Anche alla voce Expected Goals i padroni di casa hanno comandato: 1,87 vs. 0,50. Dato che si è esaltato nel secondo tempo, quando il Porto ha alzato il baricentro preparando il terreno al finale d'assedio: 1,63 vs. 0,34. Difensivamente parlando, è stata invece l'Inter a spiccare in tutte le statistiche: intercettazioni (9 vs. 7), blocchi (7 vs. 2), rinvii (29 vs. 13) e parate (6 vs. 5). Curiosamente, al di là della sensazione di fine partita, Diogo Costa non è stato impegnato molto meno rispetto a Onana, che si è esaltato soprattutto con quel guizzo nel recupero che ha mandato sul palo il colpo di testa di Mehdi Taremi. Sintomo di scarsa precisione da parte dei lusitani rispetto agli avversari, paaradossalmente più efficaci nel trovare lo specchio della porta seppur con poca fortuna.

Al di là delle statistiche, comunque, la squadra nerazzurra ha dimostrato di sapersi adattare anche a situazioni diverse, più complicate, in cui bisogna stringere i denti, evitando di concedere occasioni agli avversari. I problemi offensivi rimangono, perché per attuare questa strategia sarebbe opportuno avere le capacità di correre in contropiede e farlo in modo efficace, ma questa Inter per struttura non ne ha le caratteristiche. Non fino a quando, almeno, Romelu Lukaku non tornerà almeno vicino alla miglior condizione. Intanto, degna di nota è la dimostrazione di saper soffrire difendendo il fortino tutti insieme.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 15 marzo 2023 alle 21:12
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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