Sono elettriche, le serate di Champions League. La cornice costantemente in bilico, il ritrovo fuori dal Do Dragao per il corteo dei cuori nerazzurri in giro per la città lusitana. Il clima caliente di un'atmosfera caldissima. Dinamismo, all'ordine del minuto. Una coreografia da brividi, una pressione progressiva che sale come un climax ascendente. Porto-Inter è subito incentrata sull'aggressività incessante della banda di Conceicao sulla prima costruzione inzaghiana, quasi un modus operandi funzionale all'invito al rilancio profondo in verticale. Lo stadio spinge per le esecuzioni su entrambe le fasi. La spinta dei portoghesi è intensa, l'Inter cerca di far ruotare il pallone con tocchi rapidi e convincenti, ma i movimenti complementari ad attaccare la profondità o venire incontro in un primo momento si scagliano contro la fisicità casalinga.

PRIMI SQUILLI. La stoccata potentissima di Uribe sventata da Onana è un primo indirizzo della posta in palio. Lo spazio da poter attaccare è sugli esterni (e l'Inter nella gara d'andata l'ha fatto molto bene) perché le vie centrali sono fortemente intasate, così e la varietà di possibilità rende complicata una partita già per ontologia particolarmente ardua. Ma i primi venti minuti sono un po' bloccati, la prima palla gol è in ripartenza, con Barella in conduzione e il Porto scoperto per l'innalzamento dei due terzini: rimangono i centrali a difendere negli spazi aperti, così Dzeko si decentra scoccando il mancino respinto da Diogo Costa. L'ampiezza di Taremi c'è, con gentile concessione degli spazi di Dumfries, ma non viene colta dal centravanti iraniano nell'istante buono per colpire. L'intensità continua ad attivarsi nei meandri di possibili contropiedi di marca nerazzurra. Incredibile quanto decisivo il salvataggio di Dimarco sull'azione da playstation del Porto condotta da Evanilson alla stoccata bloccata prontamenta dall'esterno sinistro di Inzaghi.

LA PRESSIONE SCOTTA. Il tempo passa e l'inizio del secondo tempo vede il Porto più aggressivo nell'attacco alla metà campo nerazzurra. Qualche sporadico pericolo si fionda dalle parti di Onana. La cornice di un orizzonte è lì dietro l'angolo, pronto a scoprirsi, a svelarsi. Ma nulla è scritto e questa maledette cornice rimane in costante bilico in quell'orizzonte profondo e non del tutto schiarito. La densità si accentua e il traffico s'impenna, Darmian copre ogni varco dal suo lato e non teme il giallo sulle sue spalle anche quando Galeno lo punta con istanza immediata. Conceicao soffre in panchina perché vede i suoi che non riescono a sbloccarla nonostante il possesso in controllo esecutivo. I cambi producono più offensività, gli assalti continuano anche se il Porto non trova il pertugio per la stoccata perché pecca nella scelta decisionale dell'ultimo passaggio. Scelte molto spesso elementari che cozzano contro le copertura difensive nerazzurre. Onana fa una parata pazzesca facendo carambolare sul palo lo stacco di Taremi. L'extra-time è tra follia e speranza, poco lucida. Concentrazione negli istanti conclusivi. I quarti di finale sono realtà!

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 15 marzo 2023 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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