Curioso segno del destino quello centrato da Mediaset che nel giorno in cui 'O Rei ci saluta manda in onda lo speciale 'I re del calcio' in onda su Italia Uno. Protagonista della puntata, insieme agli altri italiani vincenti dell'anno, ovvero Stefano Pioli e Carlo Ancelotti, è anche l'allenatore dell'Inter Simone Inzaghi che durante il corso dell'intervista ha fatto il bilancio del 2022 della sua squadra: "Ho avuto la fortuna di vincere due trofei subito. Abbiamo fatto bene, abbiamo centrato qualificazione agli ottavi di Champions che non arrivava dal 2010/11, è stata una grandissima stagione che poteva diventare straordinaria con lo scudetto" comincia il piacentino a proposito della stagione 2021/22, prima in nerazzurro.
Sull'esultanza dopo la rete del Niño Maravilla in finale di Supercoppa:
"Ho fatto un bello scatto. Mi sono reso conto che Sanchez e tutti i ragazzi andavano dalla parte opposta. Non sapevo ancora se era il triplice fischio, perché in concomitanza con il gol l'arbitro ha fischiato la fine, ma probabilmente se avessi saputo che era finita avrei corso ancora.
Sullo sguardo diventato meme di Inter-Barcellona dopo il gol di Calhanoglu:
"Era uno sguardo preoccupato, preoccupato perché avevamo fatto una grandissima partita contro un avversario fortissimo. Ed è per questo che quest'anno il passaggio agli ottavi equivale quasi ad un trofeo".
Ti ricordi chi ti fece due assist nel poker che hai fatto all'Olympique Marsiglia in Champions con la Lazio?
"Due assist Conceiçao... Che troveremo agli ottavi con il Porto. Da giocatore penso che quella, insieme alla serata dello scudetto contro la Reggina, sia quella che ricordo con più piacere".
Sul rapporto con il suo gruppo. Questa tua umanità può essere un difetto?
"Questo non lo so, quello che so è che in tutti gli anni in cui ho allenato so che nessuno mi ha mai mancato di rispetto e quella è la cosa più importante. Si sa che ho un grande rapporto con i miei giocatori e il mio staff uguale e i miei giocatori ma sempre nel rispetto dei ruoli come è giusto che sia come è giusto anche che a volte un giocatore non è felice di essere sostituito, ma già il fatto di essere all'Inter è motivo di gratificazione".
Hai detto qualcosa di particolare a Sanchez prima del suo ingresso?
"Non più di tanto. Durante la stagione abbiamo avuto tanti ingressi che ci hanno aiutato a fare sì che le serate fossero come quelle della Supercoppa".
Qualcuno dice che durante le vittorie cambi voce quattro volte...
"Non lo faccio apposta, giocando così tanto a volte ho qualche problemino con la voce che sto cercando di migliorare e superare perché non è semplice".
Cosa fai quando ti chiama Pippo?
"Si cerca sempre di parlare. A seconda delle partite come quelle di cui sopra non riesco a rispondere appena finita la gara o il giorno dopo per via della voce. Però recupero abbastanza bene".
Sul rapporto con Pioli:
"Un ottimo rapporto. Eravamo a contatto perché lavoravamo entrambi a Formello al centro sportivo. È una bellissima persona con cui chiacchierare, restavamo spesso a tavola insieme a chiacchiarare. Ci siamo incontrati poi tantissime volte contro, abbiamo fatto tantissime sfide contro, vinte o perse come giusto che sia ma c'è una grandissima stima reciproca".
Errore di Radu a Bologna o gol di Giroud? Perché l'Inter ha perso lo scudetto?
"C'è chi dice che quando eravamo in vantaggio al derby Giroud fa un fallo netto su Sanchez dove l'arbitro a tre metri avrebbe potuto fischiare e magari sarebbe cambiato tutto. Però con i sé e con i ma non si fa la storia, si fa con i fatti e quel derby lo abbiamo perso in rimonta".
È vero che allenare l'Inter invecchia?
"Mah, le responsabilità si sentono e le si hanno però devo essere sincero nel dire che rimango sempre me stesso e razionale. Quando sento qualcosa di gratuito mi dispiace, se magari sono critiche costruttive le accetto volentieri. Perché per migliorare i consigli sono sempre ben accetti".
A cosa rinunceresti per un mese? Allo gnocco fritto?
"Quella è una cosa che mi faceva sempre mia nonna Emilia che adesso non c'è più e adesso che mio fratello aspetta finalmente una figlia femmina chiamerà così".
Sul rapporto con il fratello Pippo:
"Sai quanto bene ci vogliamo io e mio fratello, abbiamo qualcosa che ci lega sin da piccolini quando facevamo tutto insieme. Però ognuno di noi ha il proprio percorso, io penso che ero chiamato Inzaghino perché avevo davanti un campione come Pippo che ha battuto tutti i record che poteva battere nello stesso anno. Era giusto che mi chiamassero Inzaghino, ma adesso da allenatori ognuno ha il suo percorso e penso che Pippo, come me, si sta togliendo soddisfazioni. Da giocatori abbiamo dovuto fare la gavetta, ci siamo sempre confrontati. C'è un'immagine significativa di me e lui da piccoli in spiaggia che leggevo la Gazzetta dello Sport".
Sulla finale di Coppa Italia:
"Difficile all'Olimpico in un grandissimo stadio con una grandissima cornice, una finale voluta non semplice da ottenere. Ce la siamo giocata molto bene, abbiamo avuto quei dieci minuti a inizio secondo tempo in cui loro sono stati bravissimi a ribaltare la gara ma la mia squadra è rimasta concentrata, siamo rimasti in partita, l'abbiamo riequilibrata sul 2-2 e poi l'abbiamo vinta ai supplementari come in Supercoppa".
Dopo la premiazione ti sei messo in disparte per fare cosa?
"Prima ho fatto le videochiamate a mia moglie e i miei figli. Poi ho fatto un selfie con la Coppa che era molto, molto significativo".
Poi ti sei fatto un selfie con la Coppa ma non sei molto attivo sui social. Dove è finita la foto?
"A casa assieme alle altre sette perché si contano cinque trofei con la prima squadra ma ne ho vinti altri due anche con i ragazzi e ci sono particolarmente legato".
Credi ancora alla rimonta Scudetto?
"Assolutamente sì, distacco si è ampliato perché il Napoli ha fatto qualcosa che in Europa non è stato capace di fare nessuno. Vanno fatti i complimenti per questo percorso, chiaramente noi e le altre sappiamo che quello che abbiamo fatto fin qui non basta".
Sulla corona... Nel 2023 te la riportiamo?
"Speriamo. Significa aver vinto qualcosa e penso che sia l'obiettivo che ogni allenatore, calciatore e ogni società importante si deve prefiggere perché è bello giocare ma è importantissimo vincere".
Inzaghi, a fine intervista, riceve come regalo una pergamena con un riconoscimento per aver coniato il neologismo 'Spiaze'. "Neologismo simpatico e carino" come replica lo stesso tecnico.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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