"Sicuramente è un buon momento per affrontare il Barcellona, giochiamo con l'entusiasmo addosso e ciò dà un contributo maggiore. La squadra poi è cresciuta caratterialmente, non bisogna dare il pallino del gioco a loro se no diventa più difficile. La palla va fatta girare, loro ci salteranno addosso perché all'andata hanno visto le nostre difficoltà nel giocare in velocità. Sono curioso di vedere come ci comporteremo".
Il desiderio da parte di Luciano Spalletti di conoscere che faccia avrà la sua Inter martedì sera al cospetto del Barcellona fa il paio con quello di tifosi e addetti ai lavori di capire quale atteggiamento tattico Icardi e compagni adotteranno per modificare il copione visto all'andata. Al netto dei giocatori indisponibili perché depennati dalla lista Uefa, le diverse soluzioni tra le mani del tecnico di Certaldo fanno pensare ad almeno tre possibilità tattiche, più o meno realizzabili.
4-2-3-1 - L'usato sicuro, pur con gli aggiustamenti apportati in questa stagione, è l'alternativa che sorprenderebbe sicuramente meno, anche se i quattro numeri divisi da altrettanti trattini da soli non esauriscono i dubbi circa l'interpretazione del modulo: a destra, come accaduto con il Tottenham, ci va Milan Skriniar con scarsa licenza di spingere o Sime Vrsaljko, terzino di professione e più propenso alle sovrapposizioni? Nel secondo caso, si rivedrebbe la versione dei nerazzurri classica e allo stesso tempo rivisitata e più aggressiva, ma solo se a Borja Valero venisse preferito Radja Nainggolan, completamente recuperato e allo stesso tempo non ancora rodato per sostenere le fatiche di un'intera gara che si preannuncia dispendiosa (facile ci sia una staffetta, da capire chi reggerà per primo il testimone). A prescindere dal contesto di gioco, è naturale prevedere la presenza in campo a centrocampo della coppia Vecino-Brozovic, così come di Mauro Icardi al centro dell'attacco.
3-4-2-1 - La difesa a tre pura verrebbe varata per la prima volta e sarebbe inedita nella concezione. Milan Skriniar assieme a Joao Miranda e Stefan De Vrij nello stesso momento nelle vesti di tre centrali potrebbe sembrare ai più disattenti una mossa difensiva, invece è tutto il contrario: l'ipotesi, oltre a togliere l'imbarazzo della scelta a Lucio di dover sacrificare uno dei tre fuoriclasse del mestiere, aiuterebbe concretamente Icardi a soffrire meno di solitudine perché avrebbe l'appoggio concreto di Matteo Politano, che da seconda punta ha dimostrato di saper dir la sua proprio nella Scala del Calcio da avversario, e del Ninja, pronto a vestire i panni di assaltatore come già accaduto nella leggendaria rimonta dell'Olimpico completata dalla Roma proprio contro i blaugrana lo scorso aprile. In quel caso, Di Francesco forzò il concetto tattico perché la sua squadra doveva segnare tre gol senza incassarne per superare il turno nell'arco dei novanta minuti. Era spalle al muro, esattamente come Julien Lopetegui nell'ultimo e fatale Clasico che gli è costato il posto: eppure, prima di affondare malamente con tutta la truppa perdendo 5-1, il tecnico spagnolo, ordinando il cambio d'assetto all'intervallo, ha complicato i piani di Ernesto Valverde in avvio di secondo tempo mettendo la sua formazione a tre dietro. Una mossa che ha permesso al Real Madrid di prendere campo e per poco di riacciuffare il risultato: dopo il gol di Marcelo del 2-1, Modric ha colto il palo sbagliando un facile rigore in movimento. Suggerimenti che Spalletti si sarà appuntato molto probabilmente sul suo taccuino, per poi poterli rileggere in queste ore frenetiche di vigilia nelle quali i pensieri si accavallano nella speranza di trovare l'idea vincente. Ed è persino ammesso di cullare la pazza intenzione di giocare all'attacco contro il Barcellona.
4-3-3 - In mezzo alle due opzioni sopracitate, c'è la prospettiva di mettersi a specchio rispetto all'avversario che negli anni ha elevato il concetto di 4-3-3 a scuola di pensiero traversale per tutte le categorie, dalla cantera alla prima squadra. I due indizi che comunque non costituiscono una prova arrivano dalle ultime due gare di campionato, nei 180 minuti in cui è parso a tutti evidente che Spalletti abbia provato, tra l'altro con successo, una variazione sul tema del consueto 4-2-3-1: sia all'Olimpico con la Lazio, nella miglior performance della stagione, che nel pokerissimo rifilato al Genoa è stata accantonata per un momento l'idea di un trequartista incursore per dar sfogo all'inserimento alternato delle due mezzali. Con il vantaggio di avere i due esterni molto più vicini alla prima punta, Lautaro o Icardi che sia. Otto gol realizzati è il fatturato di questa nuova interpretazione, tutta da verificare vista l'assenza contemporanea di Joao Mario e Gagliardini: poco male perché a livello teorico, potrebbe essere Nainggolan, fino a che la gamba regge, ad accompagnare l'azione con Matias Vecino sfruttando gli spazi creati da un tridente più stretto.
Tre moduli, un'unica idea: più che i numeri, nella notte in cui l'Inter torna a rivedere le stelle del Barcellona a otto anni di distanza, conterà il modo in cui gli undici nerazzurri scelti da Spalletti interpreteranno i compiti assegnati loro, adattandosi al contesto di gioco e all'avversario che, giocoforza, condurrà le danze.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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