Caldo, sole, mare, vento. Non è questa la cornice interpretativa del Salento odierno. Con l'ordine sparigliato i fattori permangono nelle loro posizioni originarie. L'ispettore Simone Inzaghi manda giù l'ultimo boccone del pranzo, termina l'ultima goccia di caffé e s'infila nella giusta misura preparatoria. I nastri di partenza sono disposti in modo adeguato (non è un dettaglio da poco), il tratto di strada che separa i nerazzurri dall'ufficio di giornata non è nemmeno poi così lungo. 'Via del Mare', è questo l'indirizzo segnato sul navigatore del nuovo inizio. In giornate così sarebbe anche tranquillo percorrerla a piedi, quella strada, verso l'alba della sfida. C'è la sensazione di un respiro libero, incentrato su tempi nuovi e antichi allo stesso tempo. E le contingenze rendono necessario un elevato tasso di concentrazione.

TIC, TOC. Il momento è adesso. Tra il cartello 'Benvenuti a Lecce' e l'ingresso principale di giornata, ci sono sì e no cinquecento metri, occupati da una miriade di costruzioni dall'aspetto polimorfo, che accerchiano il maniero fortificato, sorgendo laddove un tempo si estendeva il suo parco privato. Mentre si lascia alle spalle la piazza del paese, dirigendosi verso il cancello laterale, il computer di bordo dell'autobus nerazzurro inizia a squillare. L'autista, sbirciando il display, si accerta che non mostri segnali di emergenza che preferirebbe non avere in memoria. Il campanello della sede del Lecce suona da qualche minuto. L'ingresso è aperto, gli steward attendono le due formazioni. La Serie A chiama. Potrebbe all'apparenza sembrare una comune serata di mezza estate brulicante di sentori d’entusiasmo, invece sono i primi metri di una nuova maratona. Tutta da vivere, con l'eterna passione tatuata nella profondità dell'anima nerazzurra.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 13 agosto 2022 alle 16:13
Autore: Niccolò Anfosso
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