Robin Gosens ha rilasciato un'intervista a La Repubblica in cui si racconta pochi giorni dopo aver conseguito una laurea in Psicologia. "Il mio sogno è aprire uno studio come psicologo, collaborando con le società sportive per aiutare chi soffre di problemi mentali, che oggi difficilmente vengono accettati e affrontati per tempo", dice il tedesco.

"Il momento più difficile in carriera? Il secondo infortunio all’Atalanta, che mi ha colpito quando ero quasi pronto per tornare in campo. E la mancata convocazione in nazionale, che ne è stata conseguenza. Il più bello? La vittoria all’Europeo 2021 contro il Portogallo", afferma.

Gosens entra anche nello specifico delle differenze tra Atalanta e Inter a livello di preparazione. "A Zingonia c’è più attenzione alla preparazione individuale e al lavoro in palestra. Inzaghi cura di più il lavoro collettivo e la compattezza di squadra. Ma le performance dei giocatori sono simili. Abbiamo la qualità per vincere tantissimi trofei, ma ci manca continuità nei risultati. Ci aspetta il mese più importante, in aprile ci giochiamo una stagione in nove partite. Dobbiamo provare a vincerle tutte. Chi affronterei in un'eventuale semifinale? Mi piacerebbe il derby. Ho avuto la fortuna di giocarne tre, è un’emozione incredibile, forse unica al mondo. È il massimo che un giocatore possa vivere. Pressione, tifo, tensione. Pensa a tutto questo in una semifinale di Champions".

Uno degli ostacoli da superare saranno proprio gli alti e bassi in stagione. "Dopo le grandi vittorie non riusciamo a fare il necessario reset mentale - continua Gosens - Restano da giocarsi i posti Champions. E vincere in campionato aiuta a vincere negli altri tornei. Un effetto potrebbe averlo avuto la pausa per il Mondiale. Di solito a un grande evento estivo seguono tre settimane di vacanza, questa volta ce n’è stata una sola. Non c’è stato il tempo per liberare la mente". 

Nell'intervista Gosens racconta anche della decisione di non postare parti della sua vita privata che rimandino al lusso ("Sono un ragazzo di Emmerich sul Reno, un paese. Non cambio") e del lavoro svolto con la sua Fondazione ("Aiuto i bambini migranti che arrivano in Germania a sognare, dopo esperienze dure e viaggi difficili"). E ancora, del futuro come calciatore. "C’è solo l’Inter. Il trasferimento alla Pinetina l’ho vissuto come un dono. È una delle squadre più grandi al mondo, voglio dimostrare di meritarla. So che per troppo tempo non sono stato il giocatore che l’Inter pensava di avere comprato. Avevo sottovalutato quanto gli infortuni potessero influire sul mio gioco, molto fisico. Ora sto bene, posso fare vedere chi è il vero Robin. Dimarco? Abbiamo un rapporto bello e importante. Dal mio arrivo a Milano, Dimas mi ha aiutato. Essendo cresciuto nel club, mi ha insegnato ad amarlo. Il fatto che lui stia giocando benissimo per me è uno stimolo. E penso sia stimolante per lui vedere che sto arrivando". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 31 marzo 2023 alle 10:17
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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