Inter da primato e con circa 85 milioni di euro tra panchina e tribuna, per soli tre elementi: Icardi, Perisic e Kondogbia. Questo la dice lunga sulla gestione del gruppo da parte di Roberto Mancini, che non guarda in faccia a nessuno e che, come ha sottolineato nel post-Genoa, "io alleno l'Inter, non i singoli giocatori". Il risultato della squadra prima di tutto, e ormai proprio tutti l'hanno capito. La Gazzetta dello Sport evidenzia proprio questa capacità dell'allenatore di coinvolgere tutta la rosa. E, appunto, nell'ultima giornata di campionato, il Mancio ha preso il lusso di tenere fuori tra big senza pensarci due volte.  

L'analisi parte da Geoffrey Kondogbia: "Il francese, che rimane uno dei più utilizzati (come presenze secondo solo a Handanovic insieme con Medel e Perisic), è stato pagato 31 milioni più bonus che possono far salire la cifra finale fino a 38. Senza di lui sabato è stato approntato un centrocampo a quattro con due mastini in mezzo, Medel e Melo, e due esterni leggeri e rapidi come Biabiany e Ljajic. Kondo, abituato al 4-2-3-1 nel Monaco fino all’anno passato, si sta adeguando in un centrocampo a tre dove le sue caratteristiche dovrebbero farlo diventare uno dei migliori al mondo nel ruolo". Fuori, contro il Grifone, pure Ivan Perisic, vittima in settimana di un attacco influenzale. L'ex Wolfsburg poi è entrato poi a gara in corso: "Partito trequartista adattato e naturalmente spostato sull’esterno, deve ancora dare quelle frustate in fase offensiva che Mancini si aspetta. Ha segnato due gol, con i quali l’Inter ha pareggiato in trasferta con Palermo e Sampdoria, mettendosi in media slava (il gruppo ha segnato 8 gol sui 18 complessivi, quasi la metà) ma tutto questo non basta per uno costato 20 milioni, 16 milioni più 4 di bonus". Infine Mauro Icardi, che con 4 gol resta il miglior attaccante nerazzurro, ma da cui ci si aspetta molto di più: "La fascia di capitano dovrebbe responsabilizzarlo, non rappresentare un traguardo sotto cui passare a braccia alzate. Perché la sua valutazione, al momento sui 35 milioni, deve crescere. Per la natura stessa di Mauro".

Insomma, l'Inter guarda tutti dall'alto verso il basso, eppure si ha la sensazione che il meglio di questa squadra lo si debba ancora ammirare. In parte, anche perché qualche pezzo pregiato non ha dato ancora il meglio di sé. Già da Udine, Mancini vorrebbe tornare con qualche certezza in più in tal senso.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 08 dicembre 2015 alle 08:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print