L’Inter del dopo Barcellona è un misto di sensazioni positive e frustrazione. Resta l’ottima prestazione e il primo tempo eccezionale, ma anche l'amarezza per il risultato finale e la direzione di gara da parte dell'arbitro Damir Skomina, con il rigore non dato a Sensi che lascia ancora perplessi: "L'episodio ha cambiato il match, ha complicato il cammino in Champions dei nerazzurri (diventano ora decisive le due partite con il Borussia Dortmund) e ha lasciato una sensazione di incompiutezza - scrive il Corriere della Sera nella sua analisi -. Un risultato positivo al Camp Nou avrebbe permesso di mantenere l’imbattibilità e di rafforzare le convinzioni di una squadra comunque in crescita, nel gioco e nella personalità. «Non voglio dare alibi a nessuno», ha spiegato Conte sgombrando il campo dai dubbi, ma l’Inter non può essere maltrattata così in Europa, neppure al cospetto del Barcellona e soprattutto con la Var in funzione e rimasta muta. Anche Leo Messi è rimasto impressionato: «L’Inter è davvero una grandissima squadra», ha sentenziato il fuoriclasse argentino. I complimenti però non bastano e non cancellano l’errore e la presunzione di Skomina.

Al rientro dalla Spagna Conte ha provato a far superare ai suoi l’ingiusta sconfitta. L’allenatore è rimasto a dormire ad Appiano Gentile con la squadra e l’ha riportata in campo subito, ieri mattina. Dopo Messi c’è già in vista lo scontro di domenica con la Juventus di Cristiano Ronaldo. San Siro sarà esaurito con 75.900 spettatori attesi, il massimo con l’attuale capienza. È la prima sfida ufficiale, dopo l’amichevole estiva in Cina, tra Conte e i bianconeri da quando il tecnico è tornato in Italia. Un altro esame, un attacco al potere, perché una vittoria può lanciare l’assalto al campionato, favorire la fuga dell’Inter e lasciare la Juventus indietro di cinque punti. Un set point da non fallire. Sarri e Ronaldo però sognano il sorpasso proprio a San Siro.

La partita di Barcellona ha evidenziato le qualità interiste, soprattutto ha confermato l’evoluzione di Conte - sottolinea ancora il Corsera -. L’ex c.t. della Nazionale è migliorato negli ultimi anni. Quand’era al Chelsea gli inglesi, l’avevano soprannominato «The Master of Tactics». Sul campo ha dato sempre lezioni e così è stato anche a Barcellona, ma Conte è diventato anche un ottimo comunicatore. Sa sempre dove e chi colpire, quale punto stressare e quale smorzare. Di questa crescita era ben cosciente l’ad Beppe Marotta quando ha deciso di portarlo all’Inter, anticipando proprio la Juve che ha provato invano a portarglielo via.

Quello contro i bianconeri è il match atteso da Conte, ma anche da Marotta, protagonista estivo del mercato a spese dell’ex allievo juventino Fabio Paratici. «Con il Barcellona è stata una partita top, quella contro la Juventus sarà molto importante anche perché siamo in testa al campionato. Sappiamo che è una partita interlocutoria, per cui più che il risultato conta la prestazione contro una squadra forte», sottolinea l’ad.

I nerazzurri si presentano da primi della classe, imbattuti e con due sole reti incassate in campionato. Un parametro più di altri colpisce: l’Inter non ha mai subito gol nel primo tempo, né in campionato né in Champions, segno che l’approccio alle partite è sempre corretto. Sarà determinante anche contro la Juventus partire bene. L’arma in più è il belga Romelu Lukaku. Il centravanti, non convocato a Barcellona per un problema al quadricipite, sarà alla guida dell’attacco dopo essere stato al centro di una lunga disputa estiva di mercato tra i club. Non avrà al suo fianco lo squalificato Alexis Sanchez, ex compagno al Manchester United e spalla ideale. Conte però a Barcellona ha finalmente trovato un grande Lautaro Martinez: gol e gioco per il «Toro» argentino. L’assalto al campionato è lanciato, l’Inter vuole assestare un doppio colpo: centrare la settima vittoria di fila e staccare la Juventus", conclude il quotidiano. 

VIDEO - AMARCORD INTER - BAM BAM ZAMORANO ABBAGLIA SAN SIRO: IL SUO GOL PIU' BELLO?

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 03 ottobre 2019 alle 23:47 / Fonte: Corriere.it
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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