Intervistato dall'emittente britannica Sky Sports, Antonio Conte svela sentimenti e passione dietro alla sua storia di giocatore e allenatore, partendo con una risposta sui suoi idoli calcistici: "Il mio idolo da adoloscente era mio padre. Non era un campione, ma giocava e poi diventò il proprietario di un piccolo club. Ricordo molto bene l'idolo di mio padre che era Pelé, me ne parlava molto. Anch'io nel calcio penso che Pelé e Maradona siano stati i migliori giocatori che possa ricordare".

Tra le domande che lo riguardano più digitate sul motore di ricerca Google c'è anche quella sul numero esatto di trofei conquistati. "Onestamente ho vinto tanti trofei (ride, ndr), ma se mi chiedete i numeri adesso è difficile, data la mia carriera sia da giocatore che da tecnico. Ho vinto tanto - ribadisce l'attuale tecnico del Tottenham -, ma allo stesso tempo posso dirvi che ho perso tanto. Ho perso molte finali (tra le quali Siviglia-Inter 3-2 in Europa League nell'agosto 2020 a Colonia, ndr), ma penso che ciò sia un bene, perché a volte quando perdi diventi più forte, poi vuoi provare ad evitare la sconfitta e di sentire la stessa delusione. Per questo penso che molte volte perdere sia stato un bene".

Si passa agli highlights della sua carriera. "Il momento che ricordo molto bene e che ha cambiato la mia vita è stato il mio approdo alla Juventus dal Lecce. Poi ho giocato per 13 anni nella Juventus, era il momento giusto. Da tecnico penso alla mia prima esperienza ad Arezzo, è stata quella più importante. Dopo questa esperienza sono diventato un allenatore, non prima". Quali invece i migliori compagni con cui ha giocato? "Sono stato fortunato nel mio periodo alla Juventus, in cui ho giocato con giocatori fantastici. Zizou Zidane era uno di questi, Del Piero un altro, ma anche Gianluca Vialli, Roberto Baggio... È molto difficile per me dirvene solo uno". E i migliori che ha allenato? "Anche questa domanda non è semplice. Penso a due giocatori con cui ho giocato e che poi ho anche allenato: Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon. Con loro ho avuto due esperienze, prima come compagno e poi come loro tecnico. Due giocatori fantastici".

Per quanto riguarda la vita da tecnico, Conte ammette di avere un lato rigido: "Nella vita privata, mi piace passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici, con cui scherzo tanto. A lavoro mi piace fare le stesse cose, ma ci sono momenti in cui devi essere duro, perché quando sei l'allenatore devi gestire un gruppo di 50-60 persone, non solo giocatori, ma ricordatevi che ci sono anche lo staff, i medici, i media e molti altri. Devi essere duro. Non mi piace farlo, ma a volte devo". Un altro aspetto della sua personalità è il feeling con i tifosi: "Mi piace che il pubblico nutra la partita, sentire i tifosi nella partita insieme a noi. Adoro questo tipo di atmosfera. Ricordo molto bene la mia prima esperienza in Inghilterra, una volta segnammo l'1-0 al 94' contro il West Ham e io abbracciai le persone lì vicine al campo. In quei momenti la vivo con passione, la pressione è molto alta e quando sei felice vuoi condividere la tua felicità con i giocatori, con la staff e con i tuoi tifosi".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 14 maggio 2022 alle 18:52
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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