UNA CARRIERA IN CRESCITA - Diego Forlán Corazzo nasce in un quartiere residenziale di Montevideo il 19 maggio 1979. Suo padre, Pablo Forlán, è stato un calciatore ad altissimi livelli, come suo nonno. Per Diego non è stato difficile scegliere la via del pallone, suo compagno di giochi da quando aveva 4 anni. Non è stato difficile neanche entrare nelle giovanili del Penarol, di cui suo padre è stato una bandiera. Poi, ancora da giovanissimo, il passaggio in Argentina, nell'Independiente, dove hanno giocato i suoi zii Ricardo Bochini e Josè Pastoriza. L'Indepiendente, per la cronaca, è la squadra argentina per cui Javier Zanetti fa il tifo e in cui ha giocato Esteban Cambiasso. Qui Forlán fa tutta la trafila delle giovanili fino ad arrivare in prima squadra.
Dopo un paio di stagioni prolifiche, arriva la chiamata di Sir Alex Ferguson, che l'ha fatto seguire dal fratello Martin. Al Manchester United, Forlán trova qualche difficoltà ad ambientarsi e alcuni lunghi periodi senza segnare (il record è 8 mesi) lo demoralizzano. Però riesce comunque a segnare gol belli e anche importanti. Dopo tre stagioni, l'addio da Manchester sa di bocciatura. Ferguson comunque l'ha sempre apprezzato e tutt'ora sono in ottimi rapporti, ma l'ha dovuto cedere perché era chiuso da Van Nisterlooy e dal nuovo arrivato Rooney. Il Villarreal scommette su di lui ed qui che avviene l'esplosione di Forlán. Insieme a Riquelme, trascina il "Sottomarino giallo" in Champions League, in cui arriva fino al traguardo storico della semifinale. A farne le spese fu proprio l'Inter, a cui Forlán segnò un gol a San Siro nei quarti. Al primo anno in Spagna segna 25 reti nella Liga, vincendo Pichichi e Scarpa d'Oro (a pari merito con Henry).
Dopo tre anni e una media da un gol ogni due partite, Diego sbarca a Madrid, sponda Atlético. Nella capitale spagnola passa quattro anni fantastici, in cui vince un'altra Scarpa d'Oro (questa volta segnando ben 32 gol) e un'Europa League da protagonista, con due gol in finale. Pochi mesi dopo aver vinto in Europa, segna a raffica anche al Mondiale 2010, trascinando in semifinale l'Uruguay. Capocannoniere con 5 gol (insieme a Muller, Villa e Sneijder) e Pallone d'Oro del Mondiale. Si ripete un anno più tardi, sempre in nazionale, vincendo la Copa America con una doppietta in finale. Ma questa è storia recente.
PUNTA O ALA? - Diego nasce prima punta e in carriera ha praticamente sempre giocato da attaccante puro. Quando era ancora un bambino giocava anche sulla fascia, ma suo padre gli diceva sempre: "Vieni da una famiglia di difensori, ma quelli che decidono le partite e guadagnano di più sono gli attaccanti: devi giocare in attacco". E come punta ha segnato tantissimo, vincendo, come detto, due volte la Scarpa d'Oro. Negli ultimi anni di carriera, all'Atletico Madrid, ha spesso giocato insieme a Sergio Aguero in un attacco a due. Una coppia che ha terrorizzato le difese di tutta la Spagna: il Kun inventava e il Cacha realizzava. Forlán ha giocato insieme a una seconda punta rapida anche in nazionale: il suo compagno d'attacco degli ultimi due anni è stato Luis Suarez. A volte si è trasformato in un tridente con Cavani, ma con l'attaccante del Napoli sulla fascia.
In realtà Forlán è sempre stato un uomo d'area di rigore, che gioca sul filo del fuorigioco e non perdona le difese avversarie. Ma negli ultimi anni ha un po' arretrato il suo raggio d'azione, riuscendo anche a sfruttare meglio il suo potentissimo tiro dalla distanza. Infatti è molto tecnico e ha un gran piede, per questo può fare anche la seconda punta. Volendo potrebbe partire anche dall'esterno, facendo quei "tagli" che piacciono a Gasperini. Comunque è un'ipotesi ancora tutta da studiare e, pure non essendo il suo ruolo naturale, può adattarsi tranquillamente.
LO SBARCO ALL'INTER - Sembrerà strano, ma i colori nerazzurri è come se fossero sempre stati nel destito del Cacha. Le voci su un suo possibile approdo regalavano titoli in Spagna e in Italia già un anno fa: non se ne fece nulla. Adesso, però, Diego ha finalmente raggiunto l'Inter e il suo gruppo di amici argentini, l'omonimo Diego (Milito) su tutti. I rumors quest'anno iniziano a prendere piede a inizio agosto, l'Inter sonda nuovamente un anno dopo il bomber uruguaiano fresco vincitore - come detto - in Copa America, da assoluto protagonista. L'opzione resta comunque nel cassetto finché non arriva a Milano l'agguerrita delegazione dell'Anzhi che decide da un momento all'altro di scippare all'Inter Samuel Eto'o. Un addio doloroso, importante, da prima pagina, che i dirigenti nerazzurri hanno scelto di ovviare proprio con l'acquisto di Forlán. Le trattative vanno avanti a lungo con l'Atlético Madrid, che dopo Aguero ha già deciso da tempo di lasciar andare anche Forlán e di dare un taglio al passato: sarà Radamel Falcao il suo erede. Alla fine, l'accordo viene trovato sia con il ragazzo che con il club iberico: circa 5 milioni ai Colchoneros, biennale da 4 milioni per l'asso di Montevideo.
L'operazione è essenzialmente un capolavoro: d'accordo che il biondo centravanti ha ormai 32 anni, ma la sua efficacia l'ha già dimostrata appena due mesi fa e per 5 milioni di euro è un affare di quelli straordinari. Non proiettato al futuro, certo, ma ormai è il presente che conta perché l'Inter è un club che non può aspettare: chi conosce bene Forlán sa che non tradirà e che se sfruttato al meglio tatticamente può diventare un idolo di San Siro. Lo sbarco a Milano, con un sorriso così grande e due occhi pieni di gioia, fa ben sperare: siamo già pronti ad esultare alle sue punizioni, alle sue reti di rapina e a quelle capolavoro. Chiedere dalle parti di Madrid per credere. Insomma, all'Inter è arrivato un campione: era ora, Diego, finalmente le nostre strade si incrociano. Il Cacha non tradirà.
Guglielmo Cannavale - Fabrizio Romano
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