Enzo Maresca è protagonista oggi di una lunga intervista al Corriere della Sera. Il tecnico del Chelsea torna sull'ultima finale di Champions League. "La premessa è che non voglio dare lezioni a nessuno. Detto ciò, la finale di Champions ha fotografato il dominio di una squadra giovane, capace di grandissime giocate tecniche espresse a un ritmo infernale, energia, corsa, pressing, talento offensivo. Luis Enrique ha costruito un Psg spettacolare, nel mio piccolo al Chelsea cerco di fare lo stesso".

"Come ne esce l'Inter? Due finali di Champions in tre anni sono un traguardo, non una sconfitta - prosegue Maresca -. Inzaghi dev’essere fiero del suo lavoro, anche perché l’ha svolto dentro a un ecosistema diverso ormai dal resto del mondo. Soltanto in Italia si continua a pensare che i giovani siano sempre troppo giovani e che l’esperienza legata all’età sia ciò che ti fa vincere le partite. È una scelta culturale, che ti costa in perdita di energia. Io la vedo così, il calcio italiano non regge più il ritmo delle altre scuole".

Maresca definisce la sua esperienza in Italia al Parma "breve ma fondamentale, dagli errori si impara e lì ne commisi. Però venni preso per un programma di tre anni e cacciato dopo tre mesi: la squadra ci mise comunque i tre anni previsti per tornare in A, e i giovani su cui lavoravo allora, Bernabé, Bonny, Mihaila, sono considerati giovani ancora adesso. Si vede che con me erano dei bambini".

Sezione: Focus / Data: Mer 11 giugno 2025 alle 16:14
Autore: FcInterNews Redazione
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