Più che derby d'Italia, derby delle perdite: come ricorda Marco Iaria della Gazzetta dello Sport, Juventus e Inter hanno sommato un miliardo di deficit negli ultimi tre anni, quelli impattati dall’emergenza pandemica: 1.042 milioni, per l’esattezza, 554 a carico dei bianconeri e 488 per i nerazzurri. Non solo, i due club hanno registrato i due peggiori risultati d’esercizio della storia del calcio italiano: -254 milioni per la Juve nel 2021-22, -246 milioni per l’Inter nel 2020-21. A parziale alibi, va detto che i danni provocati dall'emergenza pandemica hanno fatto più male a quelle società che avevano profuso investimenti per la crescita e che si trovavano, quindi, in una fase espansiva. Anche se è innegabile che i due club hanno vissuto negli ultimi anni al di sopra delle loro possibilità.

C’è un parametro che rende bene l’idea di quanto sia tortuoso il cammino che Juve e Inter hanno davanti: si tratta del rapporto tra i ricavi e il costo della squadra, come da nuove regole finanziarie dell’UEFA. Al numeratore vanno i ricavi operativi e il saldo di proventi e oneri del calciomercato, al denominatore vanno tutte le spese associate alla rosa: gli stipendi dei tesserati, gli ammortamenti dei “cartellini” dei giocatori (incluse eventuali svalutazioni) e le commissioni per gli agenti. A regime il rapporto non dovrà superare il 70%, ovvero su 100 euro incassati sarà possibile spenderne al massimo 70 per la squadra. Ad oggi, la situazione è più grave per la Juventus che ha un rapporto del 123%, mentre l'Inter è un po' più vicina al limite consentito visto che nell'ultima stagione il rapporto è stato dell’87% con 413 milioni di entrate e 360 di uscite. "A ben guardare, però, il dato risente pesantemente dei 104 milioni di proventi netti dal player trading, le famose plusvalenze di Romelu Lukaku e Achraf Hakimi. È la conferma che i conti nerazzurri dipendono dalle ricche cessioni. E non bastano nemmeno quelle".

Sezione: Focus / Data: Dom 06 novembre 2022 alle 12:29
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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