Luca Castellazzi prenderà il posto di Julio Cesar nella difficile sfida contro la Juve. L'assenza del brasiliano è stata definita "una tegola pesante", ma questo non sminuisce Castellazzi: "La tegola è che manca lui, non che ci sono io. Julio è il portiere titolare e un campione: è inevitabile che qualcosa si perda se non c'è. A 36 anni, con alle spalle una carriera in cui ho fatto sia il primo che la riserva, ho capito che fa parte del gioco e che non bisogna sprecare energie correndo dietro a queste punture all'orgoglio".

All'Inter, Castellazzi è il secondo portiere e spiega come si deve allenare una riserva: "Prepararsi in settimana come se fossi il titolare: se ti lasci suggestionare dall'idea che fai una cosa inutile perché tanto resterai in panchina sei finito. A un certo punto, nel modo più imprevisto, sei catapultato nella partita e guai se devi scaldare il cervello oltre ai muscoli".

Castellazzi potrebbe incontrare Storari, che dovrebbe giocare al posto di Buffon. In due, con qualche polemica, si incontrarono a Genova: "Con Marco ho diviso mezza stagione alla Sampdoria di Del Neri. Mi infortunai al ginocchio e presero lui per rimpiazzarmi. Mi sorprese la tempistica dell'acquisto: non si sapeva ancora la mia diagnosi e l'avevano già comprato come se aspettassero l'occasione. Lui fu carino: al nostro primo incontro mi disse che gli dispiaceva trovarsi lì per il mio incidente. Marco ha uno stile più esuberante e spettacolare, io sono un po' più essenziale nell'impostazione. Il modo di parare riflette anche il carattere: lui ama parlare, è simpatico, un po' romano. Io sono più riservato, da milanese schivo".

E se Storari non avesse accettato di fare la riserva alla Juve, Del Neri aveva suggerito l'acquisto di Castellazzi: "Questa non la sapevo e ne sono ancora più contento. Vuol dire che ho un'immagine seria presso chi mi ha avuto come giocatore". Con Julio Cesar, Castellazzi non ha mai avuto problemi: "I casini nascono dove non c'è chiarezza. Dove ci sono gerarchie precise e indiscusse la rivalità non nasce: anzi, tra i portieri si crea una bella collaborazione".

Castellazzi ripensa alla sua carriera con un po' di rammarico: "Forse siamo nati un po' troppo presto. Quando avevamo 20-25 anni in Italia c'era un mare di portieri fenomenali. Era impossibile competere per un posto in un grande club. Oggi che nel mondo i fuoriclasse sono quattro o cinque, se avessimo quella età magari troveremmo più porte aperte. Ma va bene così. Ho voluto venire da riserva all'Inter per conoscere un pianeta misterioso. Adesso che mi ci sono abituato e sono in scadenza di contratto le confesso che faticherei a ridiscendere sulla terra. Anche da titolare".

Sezione: FOCUS / Data: Ven 28 ottobre 2011 alle 14:20 / Fonte: La Stampa
Autore: Guglielmo Cannavale
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