Oltre che su La Gazzetta dello SportMassimo Moratti compare oggi con una lunga intervista anche sul Corriere della Sera a pochi giorni da un compleanno importante. "Ottant'anni? Un’età che pare spaventosa. Come testa, non li percepisco, ogni cosa mi sembra uguale. Sul piano fisico sì, ci sono. Una certa stanchezza, non è come prima. I miei progetti? Mi piacerebbe che si attuassero quelli dei figli: li seguo da vicino, provo a dare una mano, cosa c’è di meglio?".

"La verità - prosegue - è che in generale mi è andato bene quasi tutto, ho vissuto momenti bellissimi. Poi, chiaro, uno può pentirsi di alcune cose, ma purtroppo sono successe e te le porti a casa. Fare il sindaco di Milano? Sì, vero. Sarebbe stato fantastico. Una grande indecisione. Ma c’erano ragioni fondate per cui, più volte, ho resistito. Un giorno me lo chiese anche una persona straordinaria, unica. Il cardinal Martini. Lui stesso. E questa è una cosa per cui mi sento in colpa, non aver obbedito a un uomo di qualità e grandezza assolute. Mi è rimasto sempre in mente come un grave peccato".

Moratti ricorda la figura di papà Angelo. "Partito da zero, dal nulla. Capace di tenere assieme la genialità e un’umanità formidabile: mai trovata, in vita mia, una persona così. Non l’obiettivo di fare soldi, ma l’obiettivo di fare cose belle. Realizzare le idee, consentire agli altri di star bene. La casa storica in Serbelloni? Esiste sempre. Come una vita fa. Il luogo di incontro, i nostri figli la amano molto, ne hanno quasi un timore reverenziale. Ricordo quei giorni di forte tensione di Mancini, che era nervoso, voleva dimettersi. I giornalisti si aspettavano che uscissi di casa con lui e invece uscii con Maradona che era passato a salutarmi. Che spettacolo".

Nel corso dell'intervista, Moratti definisce la cessione della Saras "un’ottima operazione sul piano economico. Sotto il profilo umano, un immenso dispiacere. Le persone che lavorano in Saras sono eccezionali, molto legate a tutti noi e con grande fiducia in noi. Non è stata una scelta facile. Ma ci hanno capito: passa a un gruppo che ha grandissime possibilità. La cessione dell'Inter? Ragioni economiche. Abbiamo visto, tutti e due (si riferisce a Berlusconi che cedette il Milan, ndr), l’esplosione dei costi e una passione che non teneva il passo delle ambizioni. Ho sempre pensato che fosse giusto cedere a società internazionali. Adesso si preferiscono i fondi: però, diciamolo, un gruppo familiare, una proprietà precisa, sono comunque un punto di riferimento più semplice, anche per la squadra che deve vincere le partite

"A me piace Barella - dice parlando della squadra di oggi -, è migliorato tantissimo. Un calciatore che ti coglie di sorpresa, salta l’uomo, combatte, è pericoloso in attacco. Poi è molto forte Lautaro e mi piace anche Thuram, conosco il padre. Inzaghi? Ho cambiato il mio giudizio. All’inizio non lo consideravo adatto all’Inter: invece è molto bravo, preparato, gestisce le situazioni più delicate, tanto buon senso, sempre calmo. Marotta? Fa bene il suo mestiere, l’avevo anche cercato ai tempi della Sampdoria. Se andrò a Monaco? No, non penso di andare, però la seguirò con attenzione. Molto bella la sfida con il Barcellona, mi sono divertito, un 4-3 emozionante e Yamal mi ha impressionato, che riflessi pazzeschi. Mourinho? Ogni tanto ci scambiamo messaggi. Rivalità col Milan? Sì. Ma il vero avversario non era e non è il Milan, è sempre stata la Juve".

Sezione: Focus / Data: Mer 14 maggio 2025 alle 09:24
Autore: FcInterNews Redazione
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