Il focus dell’intervista odierna è su Giulio Donati, classe 1990, esterno destro basso, vincolato all’Inter da un contratto sino al 2014, ma ora in prestito al Lecce; e su Marco Davide Faraoni, classe 1991, difensore centrale, legato all’Inter anche lui sino al 2014, e perno della Primavera di Pea. Per capire come è iniziata la stagione di questi due interisti del futuro, abbiamo contattato il loro agente, l’ex difensore nerazzurro, Giovanni Bia.

Bia, partiamo da Donati: perché avete scelto Lecce?

“Oltre che una scelta ponderata, andare al Lecce ha significato costruire un progetto di durata biennale: Giulio, infatti, è in prestito – con diritto di riscatto della comproprietà – dall’Inter alla società salentina. Alla fine del biennio, l’obiettivo è quello di maturare ed essere un giocatore da Lecce”.

Però, a guardare le presenze e il minutaggio, non va tanto bene, almeno fino a questo momento.

“Giulio ora non sta giocando tanto, ma contro l’Udinese – nell’ultimo turno di campionato – ha riassaporato il campo. Credo che molto dipenda e dipenderà da lui: da come si sente, da come sta, da quello che vuole fare. C’è anche l’Under 21, dove è già conosciuto. Ripeto, è un progetto di durata biennale e Donati è stato scelto direttamente da mister De Canio”.

Ma qual è il rapporto del ragazzo con l’ambiente?

“Da Lecce arrivano, comunque, solo buone notizie. La società è contenta dell’impegno in allenamento e del comportamento fuori dal campo: di tutto insomma. Ovviamente, l’obiettivo è di aumentare presenze e minuti”.

Nel finestra invernale potrà succedere qualcosa?

“Dipende da quello che vuole fare il ragazzo. A gennaio si potrebbero prendere anche altre decisioni che contemplino scelte differenti da quelle attuali, come quelle di un contesto sportivo diverso”.

Passiamo ad un altro suo assistito: Marco Davide Faraoni. È arrivato all’Inter, dalla Lazio, la scorsa estate, ed ora è entrato in pianta stabile nella Primavera nerazzurra.

“Faraoni – impegnato anche nell’Under 21 – ha ormai ha raggiunto una forma fisica ottimale e la conferma l’ho avuto da un colloquio con lo staff nerazzurro. Purtroppo, ha dovuto fare fronte, nel giro di sei mesi, a due brutti infortuni: la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro, dal quale si è ripreso questa estate; e poi ha contratto un virus in Egitto con l’under 20”.

Tutto passato, comunque.

“Sì, ora sta tornando ai suoi livelli: la stagione con la Primavera è partita molto bene e l’obiettivo è continuare così”.

Lei lavora molto con i giovani – di cui si parla molto in questo periodo: qual è la ricetta giusta per lanciare un ragazzo nel calcio che conta?

“Penso che i giovani debbano esordire e giocare nelle prime squadre. Ma per farlo, è giusto che abbiamo un contesto di riferimento appropriato. Quando Santon ha esordito nell’Inter, è stato anche supportato da un telaio tecnico/tattico rodato ed efficiente. È normale che oggi – a causa di tutti questi infortuni – esordire nell’Inter non è il massimo e i giovani come Coutinho, lo stesso Santon, o Obi ne risentano”.

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 18 novembre 2010 alle 17:45
Autore: Giuseppe Granieri
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