'Collega' di reparto e connazionale di Geoffrey Kondogbia, Olivier Dacourt analizza in questa intervista esclusiva a FcInterNews l'inizio di stagione del classe '93 ex Monaco, al centro ormai di una sorta di dibattito tattico circa il ruolo ideale in cui poter mostrare le sue indubbie qualità. In questa analisi non manca inoltre una sorta di face to face con l'amico Paul Pogba, reputato però superiore. Almeno ad oggi. Spazio poi al passato e agli allenatori con i quali ha vinto a Milano: in quanto e in cosa è cambiato Roberto Mancini rispetto a dieci anni fa? Qual è il ricordo di José Mourinho? Conclusione, invece, dedicata all'attualità: dove può arrivare questa nuova Inter? Parola all'ex centrocampista nerazzurro.

Al centro di tante discussioni nelle ultime settimane, qual è la dimensione di Kondogbia?
"Sicuramente è uno dei migliori giocatori francesi, anche se contro la Juventus è rimasto inizialmente in panchina. Ma non ci sono problemi per questo inizio particolare, ci può stare ed è normale. Ricordo Henry nella Juventus, era giovane e aveva bisogno di tempo. Poi è diventato il campione che tutti hanno ammirato per anni. Anche Geoffrey ha bisogno di tempo per adattarsi, ma le qualità sono fuori discussione. Forse sta pagando il peso della somma che l'Inter ha versato nelle casse del Monaco, ma deve comunque restare sereno e tranquillo. Appena si sarà inserito bene in questa Inter mostrerà le sue grandi qualità". 

Il prezzo pagato dall'Inter, quindi, rappresenta una sorta di 'freno'?
"Mah... Forse sì, forse no. A volte può pesare, e penso a Martial che è stato pagato ben 80 milioni di euro. Sono veramente tanti soldi. Ma ripeto che Kondogbia deve solamente rimanere tranquillo e sereno, sono sicuro che con Mancini diventerà un top player". 

Centrale in un 4-2-3-1 o mezzala a sinistra in un centrocampo 'a tre': qual è il ruolo ideale del francese?
"Difficile rispondere a questa domanda, ma la cosa certa è questa: quando uno è forte può giocare in qualsiasi posizione. L'importante è avere la fiducia dell'ambiente e la serenità dentro di sé. Poi è normale incontrare qualche difficoltà all'inizio. Le ebbe anche Zidane a Torino e Madrid... Tanti fattori possono incidere nell'inserimento in una nuova realtà, e penso alla lingua e alla nuova cultura".

Pogba-Kondogbia può diventare la coppia di centrocampisti più forte a livello europeo per i prossimi anni?
"Assolutamente sì, e Kondogbia sarà importante anche per il prossimo Europeo. Ma credo che lo juventino sia di livello superiore. Almeno ad oggi. Nonostante la giovane età, Pogba ha già vinto, ha giocato una finale di Champions League e ha mostrato tantissimo del proprio repertorio. Sicuramente Geoffrey si ritaglierà uno spazio importante nell'Inter, cosa non facile dato che ci sono tanti giocatori forti, e poi sarà un titolare inamovibile anche nella Nazionale francese".

Rosa migliorata in ogni reparto e buon inizio di stagione: dove può arrivare questa nuova Inter?
"La squadra sta facendo bene ed è in alto in classifica. Questo è molto importante. Rispetto alla scorsa stagione Mancini ha creato un nuovo gruppo, scegliendo personalmente gli acquisti da fare, e oggi ha la squadra che aveva in mente in estate. Certo, ci sono ancora delle cose da migliorare e da aggiustare, ma la strada è quella giusta. Sarà molto importante la prossima sfida contro la Roma".

Lo Scudetto è un traguardo possibile?
"Sì, certo. L'anno scorso era impensabile, ma quest'anno le cose sono cambiate. Certamente l'Inter potrà lottare per la vittoria del campionato".

Rispetto al tecnico che hai conosciuto proprio all'Inter, che Mancini hai ritrovato oggi?
"Ci sono delle differenze, ovviamente anche a livello di squadra. Quando ho lavorato con lui all'Inter c'erano tantissimi campioni, oggi è diverso. Aveva 2-3 uomini di assoluto livello in ogni reparto, tutti elementi di livello internazionale e per lui le scelte non erano mai facili. Lui comunque è uno dei migliori allenatori in circolazione, a livello caratteriale è perfetto per gestire i grandi giocatori. Il mister non ha paura di nessuno e dice le cose che pensa sempre in faccia".

Discorso molto, molto simile per quanto riguarda Mourinho.
"Un allenatore eccezionale, e lo dico anche se con lui ho giocato poco. Ha vinto sempre, ovunque sia stato, e questo non può essere un caso. José è uno dei migliori, al pari di un altro grande tecnico".

Ovvero?
"Ancelotti. Nessuno mi ha mai parlato male di lui. Quando ho avuto modo di discutere con tantissimi miei colleghi ho capito quanto l'allenatore italiano sia amato dai propri giocatori".

Sezione: Esclusive / Data: Dom 25 ottobre 2015 alle 15:23
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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