In questi giorni ho letto di tutto. Uno degli argomenti più caldi è stato, senza dubbio, l’intervento del designatore Rocchi: uno sfogo difensivo sulla classe arbitrale. La stagione si è aperta con il caso clamoroso di Juventus-Bologna. Non è concepibile, in un mondo reale (ma nemmeno in un universo parallelo) non assegnare quel calcio di rigore ai felsinei. Rocchi riferisce di “arbitri maltrattati”. Dovrebbe evitare di lasciare le dichiarazioni nel mezzo di ogni possibile interpretazione, specificando le contingenze episodiche. Si è ampiamente discusso (soprattutto i moviolisti in tv, che molto spesso cadono nelle scivolose opinioni degli influencer di Twitch) dell’errore di Barella: anche il centrocampista nerazzurro sa di aver sbagliato ad aver mandato platealmente a quel paese il direttore di gara. Ma nessuno ha mosso un dito per evidenziare il fallo di Arthur. Insomma, come sempre la dilagante ipocrisia degli influencer del calcio (no, non sono giornalisti). Per tralasciare poi i giornalisti-tifosi senza un minimo di obiettività, che si confondono tra i profili più accaniti dei gruppi ultras.

Proiettiamoci al derby, a poco meno di sette giorni dal fischio d’inizio. Bello più che mai, quest’anno. Milan e Inter hanno iniziato come meglio non avrebbero potuto la stagione, facendo il pieno di punti, ma non solo. Il gioco dei rossoneri ha convinto, nonostante qualche sbandata difensiva, per l’approccio e la differente funzionalità nell’interpretazione dei ruoli offensivi. Pioli ha lavorato molto, in estate, sull’imprevedibilità della costruzione del nuovo 4-3-3. Infatti Theo Hernandez può percorrere il binario sinistro o spostarsi centralmente o addirittura a destra, interscambiando le posizioni con Reijnders e Loftus-Cheek, la cui tecnica e fisicità permette all’assetto di attaccare in modo diverso rispetto al consueto ‘Palla a Leao e preghiamo’. Il Milan gioca un calcio moderno, l’Inter anche (non dovrei nemmeno specificarlo), a differenza di qualche insinuazione di chi, ormai, ha la vista appannata (o fa finta di non vedere, per partigianeria) e non dovrebbe essere interpellato con costanza assidua dai colleghi della carta stampata.

Quando s'accende la truppa di Inzaghi per gli avversari diventa molto pericoloso il contrasto a viso aperto, come più volte scritto su queste colonne. Come un Superuomo, che stabilisce le coordinate dell’andamento. Molto passa, infatti, da questo canovaccio. Se l’Inter detterà tempi e ritmi del derby, controllando il gioco, per la squadra di Pioli sarà molto dura resistere alle offensive nerazzurre. Terreni gerbidi, oscuri boschi: il Superuomo s’arrangia anche in mezzo alle storture, che possono sempre influenzare il cammino verso il successo. E l’Inter dovrà saper abbagliare le convinzioni rossonere.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 10 settembre 2023 alle 00:01
Autore: Niccolò Anfosso
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