All’ora di pranzo dovrebbero vietare la trasmissione di spettacoli come quello di Firenze. Il polpettone non può che rimanerti sullo stomaco, a prescindere dagli ingredienti che lo arricchiscono. Poverissima, invece, la partita del Franchi, giustificabile solo sponda viola dove le assenze pesanti abbondano. Inspiegabile, invece, l’atteggiamento dell’Inter, che invece di presentarsi con undici leoni affamati di Champions scende in campo con delle fighette. Non tutti, sia chiaro, non voglio macchiarmi di lesa maestà. Ma chi non ha estratto gli attributi sa benissimo di essere colpevole.

Strama ha optato per un modulo iper-offensivo, di mourinhana memoria, ma privo di punti di riferimento affidabili in attacco e, soprattutto, della carica agonistica di quell’Inter pigliatutto. Senza la quale, è ovvio sottolinearlo, non ha neanche senso scendere in campo. Zarate sprizza energia da tutti i pori, ma la sviluppa sempre allo stesso modo: dribbling ostinato e tentativo di conclusione da ogni posizione, dribbling ostinato e tentativo di cross. Forlan si aggira per il campo come se stesse evitando le mine antiuomo e quando riceve il pallone lo gestisce con una banalità assoluta, nel migliore dei casi. Mozzarella. Sneijder entra nella ripresa e invece di prendere per mano i compagni gioca come se stesse facendo un favore a chissà chi. In mezzo, Cambiasso e Poli tendono a eclissarsi e non supportano il pacchetto offensivo, già di per sé involuto. Ed ecco che deve essere il solito Lucio a tentare di aprire la scatola, lasciando ovviamente le voragini alle sue spalle. In tutta franchezza, con un avversario incerottato e ai limiti del baratro, non è questo l’atteggiamento che i tifosi si aspettano.

E quasi quasi avrei preferito che Ljiajic quel rigore lo calciasse meglio, perché solo una sconfitta avrebbe inchiodato al muro una squadra già in vacanza con la testa. Sono troppo severo? Mah, possibile, parlo da tifoso innervosito da una prestazione inspiegabile, senza una conclusione in porta degna di nota contro un avversario privo di ossigeno. Mi chiedo perché continuiamo a illuderci, nonostante una concorrenza modesta il terzo posto non è roba per questa Inter. Non se lo merita per quanto fatto finora e non è neanche giusto approfittare del livello approssimativo del nostro campionato, che matematicamente ancora ci tiene in corsa. Neanche il cambio di guida tecnica ha realmente fatto la differenza. È vero, con Stramaccioni non si perde. Ma se si continua a giocare così, quali prospettive reali abbiamo? A Udine otterremo un’altra risposta, ma di questo passo sappiamo tutti quale sarà.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 23 aprile 2012 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print