La barca affonda sempre di più. L’Inter cade a Novara in maniera ingloriosa contro una squadra, quella di Attilio Tesser, molto ben organizzata, decisa e soprattutto con un’identità tattica. Identità tattica, quella che manca all’Inter di Gasperini. Una squadra senza testa né coda, né carne né pesce, quella messa in campo dal tecnico, un allenatore completamente in balìa dei suoi dogmatismi e del voler insistere con le sue idee, senza cercare di costruire una squadra adeguata. Beppe Bergomi, in fase di commento su Sky, ha espressamente detto: “L’Inter fa giocare bene tutte le avversarie in questo periodo”. Lo Zio ha tremendamente ragione.

Senza voler togliere nulla alla squadra piemontese, che ha meritato la vittoria facendo la sua onesta partita, con un’organizzazione tattica (quale concetto sconosciuto per questa Inter) ben delineata, inculcata da Attilio Tesser, che ha battuto Gasperini su tutta la linea. Un Gasperini, tornato con risultati spaventosi, al suo modulo di riferimento con quella difesa a tre fissa che imbarca acqua da tutte le parti. Imbarazzanti le azioni offensive concesse ai piemontesi con Lucio e Chivu palesemente fuori posizione: emblematica l’azione che ha portato il Novara al rigore del raddoppio, con il povero Ranocchia, tra l’altro zoppicante, costretto al fallo da rosso su Morimoto, con i compagni di reparto che lo hanno abbandonato al proprio destino.

In mediana Cambiasso e Zanetti non sembrano avere il ritmo e la condizione atletica di un tempo. Può essere una questione di tempo, magari con il passare delle settimane i due argentini potranno reggere bene i ritmi, ma ora soffrono tantissimo le lacune tattiche di una squadra che non riesce a proporre gioco e a ribaltare l’azione. Appare chiaro che i nerazzurri non riescono a seguire i dettami tattici del tecnico. Le incursioni di Lucio e Chivu, incursioni che due difensori centrali non dovrebbero fare se si schiera un 3-4-3 in quanto i tre non dovrebbero muoversi. Sneijder, a differenza di quanto dica Gasperini, non può cantare e portare la croce, correndo e proponendo gioco, facendo le due fasi. L’olandese è un altro tipo di giocare. Viene da pensare perciò che il tecnico non conosca bene le caratteristiche dei suoi uomini (molti dei quali fuori ruolo), come viene da pensare che i campioni nerazzurri ormai non riescano a eseguire i suoi ordini.

E la società? La società deve intervenire in maniera seria e decisa. Si deve prendere una decisione per il bene di questa Inter. I giocatori devono essere scossi e riportati all’ordine. Col tecnico, d’altro canto, serve schiettezza. Se il mister è deciso a portare sino in fondo le sue idee (che il campo puntualmente smentisce) ha bisogno di sostegno, altrimenti, per il bene di tutti si deve entrare nell’ordine di pensiero che un addio sia la soluzione migliore. Attendiamo la decisione del presidente, che si è preso la notte per sentenziare.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 21 settembre 2011 alle 00:08
Autore: Alberto Casavecchia
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