C’è un ultimo miglio da percorrere prima della sosta e vanno preservate le forze di molti giocatori. Prima o poi l’Inter deve fare turn over ed è arrivato l’avversario giusto, nel momento giusto, per fare questa operazione. La scelta è più coraggiosa del previsto perché Spalletti decide di rivoluzionare la squadra considerando che le tre partite con Tottenham, Samp e Fiorentina sono state particolarmente logoranti. Perciò dentro dal primo minuto Lautaro Martinez, Gagliardini, Borja Valero, Joao Miranda Dalbert e Candreva.

Il rischio naturale di una squadra che non ha mai giocato insieme è che è possa perdere facilmente le misure o avere degli improvvisi passaggi a vuoto, oltre ad un'assenza di punti di riferimento. In realtà l'Inter inizia con entusiasmo e spinge sull'acceleratore ma il Cagliari dimostra di essere ordinato e si limita cose semplici difendendosi senza troppi affanni. Lautaro Martinez è ispirato e ha voglia di mostrare le sue qualità, non è un caso che sia anche il giocatore che fa il gol e quello che infiamma il pubblico con una rovesciata a metà campo che lancia Politano.
E’ la sua prima rete ufficiale in nerazzurro e dimostra che l’estate non aveva illuso troppo.
L’argentino ha talento, personalità, lampi e concretezza e dimostra di reggere disinvoltamente il peso dell’attacco. Il fatto che il gol, nonostante la sua altezza, lo realizzi di testa è un chiaro indice di come il giocatore abbia anche i tempi e il senso della posizione. Se tutto va bene potremmo anche vederlo vicino a Icardi senza che i due si pestino i piedi.

Il gol rilassa la squadra ma non abbastanza da trovare il raddoppio.  Anche Borja Valero è in una serata di corsa senza risparmio, appare lucido nelle giocate e rappresenta un punto di riferimento per tutta la squadra. Ancora una volta Candreva si segnala per la sua generosità, così come per l’imprecisione e la mancanza di freddezza, specie nel secondo tempo quando non segna un gol praticamente fatto a tu per tu con Cragno.
Una gara, per quanto possa essere ben amministrata, se resta sull’1-0 non è mai davvero sotto controllo. A venti dalla fine infatti arriva un gol improvviso da un calcio d’angolo che sembra portare i sardi sull’1-1 ma segnato di mano. I giocatori circondano l’arbitro, il Var interviene e giustizia viene fatta ma la partita resta comunque in sospeso. Entrati nel secondo tempo Brozovic al posto di Gagliardini e Perisic al posto di Candreva, sembra essere il turno anche di Keita. Per sua sfortuna e di Spalletti si fa male Borja Valero e al suo posto entra Vecino. 
Lautaro Martinez convinto com’era di uscire, visibilmente distrutto, inizia a fare stretching e Perisic si avvicina a dargli consigli, indicandogli anche la posizione in cui può comunque dare una mano. Finisce che il gol del raddoppio lo trova Politano, bravo a trovare l’angolino su una ribattuta della difesa e in corsa per essere il migliore in campo.

L’Inter dunque merita la vittoria e si regala la quarta vittoria consecutiva tra campionato e Champions. Se non avesse iniziato in quel modo tanto disgraziato con Sassuolo, Torino e soprattutto Parma, basterebbero tre punti in più per conferire all’Inter quella reputazione che in questi giorni sta faticosamente costruendosi. Il percorso per essere definitivamente una grande squadra, sta nella capacità di mantenere questo equilibrio in campo e nella rotazione di una rosa che continui a sentirsi indispensabile in ogni sua componente.
Adesso che va bene dovrebbe essere più semplice lavorare ma vincere ad Eindhoven è determinante. Poi la trasferta a Ferrara che la scorsa stagione si rivelò particolarmente difficile. Sono due partite contro avversari più deboli ma maledettamente complicati da battere in casa loro. E’ un tipo di stagione dove non ci si può accontentare mai, nemmeno di quattro vittorie consecutive. Le cose vanno meglio ma per andare bene, davvero bene, la strada è ancora lunga

Amala

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 settembre 2018 alle 00:05
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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