Il campionato è falsato. Oppure condizionato. O alterato, se più vi garba. Ma la sostanza resta: la Serie A 2019/2020 ha perso la sua credibilità. E l'ha persa a causa di una gestione cervellotica a livello di politica calcistica (e non solo) che lascia basiti. Se è vero che il vero amico si vede nel momento del bisogno, è altrettanto vero che l'efficienza di un'associazione si vede nell'emergenza. E se il risultato è quello che stiamo vedendo, siamo davvero messi malissimo.

La crisi coronavirus è evidente, e lo è da settimane. Ragionevolmente, si sarebbe dovuto programmare per tempo un piano d'emergenza e, nel caso, anticipare alcune decisioni. Invece si è vissuto alla giornata, magari sperando che la tempesta passasse. No, nulla è passato. E adesso i nodi vengono al pettine. La Uefa ha un protocollo chiaro ed è stato applicato; la Lega Serie A naviga a vista. E non è che le diottrie sembrano godere di troppa salute. Già il rinvio di 4 partite della 25^ giornata aveva creato disagi notevoli (in particolare Inter-Sampdoria, che non si sa se sarà mai giocata: c'è da gufare Conte in Europa League...), a ciò si è aggiunto il rinvio di altre 6 partite della 26^. Una follia. Parliamo di 12 squadre su 20 che non sono scese in campo.

A lasciare interdetti è la retromarcia della Lega che appena nella serata di giovedì 27 febbraio aveva comunicato ufficialmente la disputa a porte chiuse delle partite nelle regioni a rischio contagio. Tutto è cambiato per venire incontro ai desideri di un solo club: la Juventus. Inutile girarci attorno. Non ci fosse stata Juve-Inter, la giornata si sarebbe giocata regolarmente secondo le indicazioni del giovedì. E invece no. Il club bianconero ha pressato e ottenuto il rinvio: scandaloso. Se l'Inter chiede al Napoli lo spostamento e il Napoli rifiuta, la data del match resta quella prevista. Se l'Atalanta chiede alla Lazio l'anticipo e la Lazio rifiuta, la data del match resta quella prevista. Se la Juve chiede all'Inter lo spostamento e l'Inter rifiuta, la data del match cambia. Perché? Cosa rende la richiesta della Juventus differente rispetto a quella di altre società? E per quale motivo la data del recupero con la Juve è stato stabilito prima di quello con la Samp? In quale mondo l'Inter avrebbe dovuto accettare di giocare ieri sera, concedendo all'avversario il vantaggio di scendere in campo senza i propri tifosi in trasferta e a distanza di 48 ore dalla partita del Napoli che a quel punto avrebbe goduto di una grossa dose di riposo in più in vista della semifinale di ritorno di coppa? Domandare è lecito, ma non c'è obbligo di risposta affermativa. E, in caso di niet, si va di protocollo. Che, invece, in questo caso è stato stracciato dalle istituzioni calcistiche italiane. Dopo il 'no' di Marotta per giocare lunedì, Dal Pino avrebbe avuto ancora due opzioni: rispettare quanto stabilito dalla stessa Lega il giorno precedente (giovedì) oppure rinviare. E, dalle parole dello stesso Dal Pino, è evidente che restare coerentemente al comunicato pubblicato appena 24 ore prima era un'ipotesi già bella che cestinata. Il motivo?

Senza contare che recuperare prima Juve-Inter che Inter-Samp resta un'altra stravaganza non di poco conto, così come l'ipotesi di spostare tutta la 27^ giornata al 13 maggio (i nerazzurri giocherebbero in trasferta per tre gare di fila: Lazio, Juve e Parma. Per fortuna, questa idea sembra essere tramontata). Oltre al tema della preparazioni tecnica, tattica e fisica della partita, c'è anche un aspetto psicologico da tenere in debita considerazione. E questo vale anche per la zona retrocessione. Qualora Inter-Samp venisse recuperata in coda al campionato - magari con l'Inter già virtualmente in vacanza e con i blucerchiati invece ancora in cerca di punti salvezza -, chi andrebbe a spiegare un eventuale ko casalingo degli interisti alle dirette concorrenti della squadra di Ranieri?

La cadenza originale del calendario è sacra, come ha ribadito con forza Gattuso (e non solo lui). Giocare oggi e giocare fra uno o due mesi cambia tutto: in mezzo ci sono mille variabili, dagli infortunati agli squalificati, dalle motivazioni allo stato fisico di una squadra. Può succedere in casi eccezionali, ma non quando il tutto si può programmare a tavolino. In fondo, sarebbe bastato fermarsi una domenica (quella passata) e far recuperare le 4 partite della 25^ giornata, slittando poi tutto il calendario, mantenendo la sequenza originaria. Invece no, si è avuto anche il coraggio di nascondersi dietro all'emergenza sanitaria e a un non meglio precisato danno d'immagine che avrebbe avuto il calcio italiano all'estero. Beh certo, meglio così. Molto meglio così. Con un campionato falsato. E Steven Zhang non sembra d'accordo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 marzo 2020 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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