Caro Presidente,
do corso immediatamente al petting di convenevoli e affettivita' al solo fine di consentirLe di intonare correttamente le considerazioni sul nostro stato e sui suoi prodromi che mi appresto a scarabocchiare. Provo per lei una stima impari solo alla RICONOSCENZA, RICONOSCENDOMI pressoche' totalmente nel Suo modo di agire a di affrontare la temperie cui si e' votato per un atto d'amore, sostenuto da un'ambizione smodata, avvinghiato orgogliosamente ai principi del merito e della competizione, incurante delle insidie sistemiche. Generoso con la gente che fu di Suo padre ancor piu' di Suo padre, arroccato sui valori della Sua famiglia fino ad uscire come ingenuo talora dalla spietata cartina di tornasole del cinismo imperante innanzitutto nel mondo del calcio. Civismo contro cinismo il tutto racchiuso in un volto che è anche il mio su facebook fin dal primo giorno. Il Suo volto, insisto, ricorda a tutti coloro che hanno scelto di uscire dalla fila indiana incolonnata per bussare alla porta delle razze padrone, che essere interista e' un mestiere difficile ma al tempo stesso un privilegio distintivo. Per molti ma non per tutti come insegnava uno slogan pubblicitario. Anche vincere ha un sapore diverso proprio perche' da noi non c'e' la condanna a primeggiare, magari todo modo. Vogliamo competere questo sì, insieme, senza le guarentigie cui e' abituato chi sa quando e come tagliare la strada che porta al successo, disseminando mine in quella altrui. Competere appunto.

Nel dopo Madrid ha iniziato ad inarcarsi nella coscienza di molti -compresa la mia- il sospetto che il ciclo di successi straordinario e per quanto sopre sostenuto anomalo abbia ingenerato in Lei la sensazione che fosse finito il tempo della rincorsa e del riscatto. La continua marcia verso la rincorsa e il riscatto sono invece la nostra sorte. Pena l'estromissione dal  grande giro. Sa Presidente, ai padroni delle ferriere di queste parti, Fraizzoli e Pellegrini andavano benissimo. Hanno resistito finche' ce l' hanno fatta,  spendendo per quel che potevano fino a soccombere senza lasciare tracce. Lei, oltre a spendere assai di piu', si e' incaricato da subito della nostra identita', costruendo un ponte con un modo di sentirci che per molti era proprio il sentito dire di grandi successi ma anche di lotte per far prevalere il rispetto, il valore dello sport contro la prepotenza della casta. La casta, in un calcio molto meno engagèe di quello attale, aveva perfino blandito Fraizzoli e Pellegrini in quanto subalterni per indole e destinazione. Bastava una telefonata estorsiva e.. zac si strappava il contratto di Falcao, guardando l'ora sopra il polsino della camicia si poteva scoprire che proprio in quel momento il proprio cuoco aveva comprato la rivale di sempre. E avanti a schiacciare bottoni e dirigere leve sotto una cappa di protezione, col proprio sguardo perennemente rivolto verso il basso.

A Lei non e' mai stata perdonata l'impudenza di non dovere rendere grazie ad alcuno per esistere ed essere quello che e', ed e' per questo che siamo -a fatica e sopportando l'insopportabile- rinati. La Sua liberta' e' il nostro orgoglio. ma tutto cio' ha un costo. Quello di non potersi fermare, quello di doversi continuamente rafforzare. Rincorsa e riscatto presuppongono innanzitutto solidi  residi di difesa per dar vita ad una societa' piu' forte dell'accerchiamento della quotidianita', del mercato"alla spicciolata" distribuito su 365 giorni all'anno, delle pretese dei tanti mestieranti e parassiti e financo dei giocatori a cui dobbiammo tantissimo. Di una galassia, quella dei media, che dovrebbe essere plurivoca ed  ipoteticamente equanime, almeno per vocazione, ma dalla quale partono meteoriti sempre ben indirizzate. Una societa' piu' forte nella quale la politica di comunicazione non puo' esaurirsi con l'ostensione del Suo incedere una volta al giorno presso il suo ufficio. Trapela che la societa' sia Lei. e, nel molto che Lei rappresenta, mi permetta di affermare che invece sia troppo poco. Saremmo assai piu' rassicurati dal sentirLa presente grazie alla sua assenza dalle schermaglie giornaliere, di cui comprendiamo fino ad un certo punto da parte Sua l'anelito di dar sfogo ad una compiaciuta vanita'. Della quale deve divenire piu' forte, delegando dove deve, resistendo al ricatto dei suoi sentimenti quando puo'. Specie in un periodo di ridimensionamento come questo, perche' lo spento protrarsi di un ciclo ha dopo Madrid, non nascondiamocelo, questa ineludibile matrice.

Non indugio con particolare vigore speculativo sulla linea di condotta nel mettere mano all'organico -e ci sarebbe tanto da dire- ma per quanto esposto e' proprio  l'inter cosi' com'e' ora, a Sua esclusiva immagine, come prima del triplete, che non puo' vivere ai vertici rispettando il cosidetto fair-play finanziario. Puo' forse sopravvivere, barcamenandosi, pur venendo battuta da venti impetuosi in un mare limaccioso in cui dovra' fare conti come oggi con gli abbordaggi della pirateria arbitrale. Dobbiamo rafforzarci e sacrificarci, Presidente, tutti. Compresi noi appassionati che La ammiriamo e che probabilmente diamo per acquisita una dimensione vincente fidandoci della passione della Sua famiglia e  personale, disertando l'obbligo di leva da assolvere ovvero stare vicino sempre di piu' al bene comune. Ma adesso anche Lei giri pagina. Noi Le saremo sempre a fianco, ma abbiamo bisogno di tornare a sognare. Rimetta indietro la macchina del tempo e appresti il futuro con interventi ed anche investimenti mirati, partendo, per esempio, da un grande demiurgo in societa' e da un attaccante di valore assoluto in campo. Gli attuali 8 punti in classifica sono altrettanti nodi arivati al pettine. Occorre fermezza e tempestivita' altrimenti come insegnava Leonardo Sciascia verra' il momento faticheremo a trovare anche il pettine.
con infinita stima

Sezione: Editoriale / Data: Ven 04 novembre 2011 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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