"Quando l'Inter di Herrera aveva vinto tutto, ero troppo piccolo, ma frequentavo ragazzi che si erano già appassionati al calcio e uno di loro mi ha quasi costretto di tifare Inter. È andata così, con tutto quello che ha comportato per la mia vita in termini di umore". Lo racconta Luciano Ligabue in una splendida intervista concessa a Federico Buffa della quale SkySport24 ha mandato in onda una anteprima. 

IL TRIPLETE - "Quando l'Inter segna a San Siro mandano 'Urlando contro il cielo', ma nella notte di Madrid, misteriosamente, mandarono 'Libera nos a malo' con mi ogrande stupore. Quella sera l'ho preparata come una cosa di famiglia: volevo trasferire a mio figlio il ricordo che avevo del cinema con mio padre quando ero piccolo, quando si andava nelle sale 2-3 volte a settimana. Quindi ho messo in atto tutte le scaramanzie solite proprio quasi a voler tramandare tutta la passione, ma Lenny si è addormentato a inizio secondo tempo. Io no".

'UNA VITA DA MEDIANO' - "Il 1997 fu per me un anno molto florido e feci i miei primi concerti a San Siro proprio dieci giorni prima che arrivasse Ronaldo all'Inter. 'Una vita da mediano'? Una di quelle canzoni che io considero un po' sbagliate. Non ero pronto, mi sentivo in colpa per il successo che stavo avendo. E allora è stato quasi un modo per chiedere scusa. "Sappiate che io corro, fatico", volevo dire al pubblico. Chi conosce il calcio, sa benissimo che il mediano è l'ultimo ad accettare la sconfitta perché, almeno fino a pochissimo tempo fa e oggi un po' meno, era quello che doveva contendere e proporre. Sono convinto che senza Cambiasso, ad esempio, il Triplete non lo vinci, anche se poi in copertina ci va Milito. Riguarda la finale del Mondiale 82 e osserva quello che fa Oriali: si procura il fallo, guadagna tempo, mette tutto quello che ha e alla fine è campione del mondo. Ma Oriali è lui, lui è il mediano. Non io".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 15 dicembre 2022 alle 12:42
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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