È Matteo Trefoloni, responsabile del settore tecnico AIA, l'esperto di 'Open VAR' su DAZN al termine della 20esima giornata di Serie A, puntata durante la quale si analizzeranno gli episodi da VAR del turno precedente, tra cui quelli di Inter-Hellas Verona. "In questa giornata c’è stata una risposta molto positiva, siamo soddisfatti per come è andata. Non ci può che essere gratificazione per una risposta così importante dal gruppo arbitri” ha premesso sul bilancio di questo weekend.

Gol convalidato al Verona dopo il contatto Magnani-Arnautovic:
"Il VAR analizza tutta l’azione nell’APP, quindi tutta l’azione d’attacco, c’è questo contatto che diventa l’elemento centrale su cui dibattere e su cui abbiamo fatto la nostra valutazione e come abbiamo già detto settimana scorsa, riteniamo questo tipo di contatto un body check, in cui entrambi i calciatori provano a prendere una posizione e sono in una situazione di contesa, ma non vediamo niente di scorretto. E crediamo che sia l’arbitro che il VAR, dopo un’attenta revisione, abbiano preso la decisione giusta".

Nei contatti non c’è mai una questione esclusivamente oggettiva. C'è anche una soggettività e buon senso...
"La parte più complessa è specie nei contatti alti che hanno la problematica di non riuscire ad essere colti televsivamente parlando nell'intensità, quindi c'è il rischio talvolta di non essere colti".

Diversi aspetti da analizzare nella dinamica: due contatti differenti giudicati allo stesso modo:
"La differenza c’è. Questo è un contatto cercato, addirittura c'è un secondo movimento del braccio verso l'avversario, è certamente una spinta, come è stato detto e ridetto, che andava punita con un calcio di punizione a favore del Verona. Il passaggio centrale è dato da tutta una serie di elementi che si possono evidenziare in questa azione e si può sentire dalla lettura dell’episodio immediatamente dopo il contatto. C’è una fase in cui il VAR dice di fischiare, ma l’arbitro in quel momento non può sentire, non è un colloquio VAR-arbitro, ma una reazione dell'addetto al VAR legata al fatto che c’è un calciatore difendente a terra in area di rigore. Per indicazione, se il pallone non è in area, se non c’è un’azione d’attacco imminente e c’è un attimo di respiro, come si evince in questa situazione dalle immagini, la scelta più corretta è quella di fischiare perché il calciatore difendente rischia di tenere in gioco tutti i calciatori attaccanti. Fabbri avrebbe dovuto fischiare. Ed è la sensazione che hanno dalla postazione VAR".

Il VAR può essere stato suggestionato dalla sensazione da campo?
"Questo non può accadere perché il VAR recepisce la scelta dell’arbitro. Una volta recepita e compresa nelle sue sfaccettature inizia il suo percorso di ricerca che non può essere condizionato dall'arbitro, al contrario è un percorso personale e isolato insieme all’AVAR per capire se la scelta dell’arbitro sia corretta oppure no".

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Sezione: Copertina / Data: Mar 16 gennaio 2024 alle 23:53
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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