Dopo una pre-season piuttosto altalenante, l’Inter di Roberto Mancini fa il suo esordio nel campionato di serie A 2015-2016. Al ‘Meazza’ i nerazzurri affrontano l’Atalanta di Edy Reja, per provare a inseguire un sogno chiamato ‘Scudetto’, come esplicitamente dichiarato dal tecnico jesino nella conferenza della vigilia.

L’Inter si schiera con l’ormai consueto 4-3-1-2. Davanti a Samir Handanovic, Roberto Mancini lancia la neo-coppia formata da Joao Miranda e Jeison Murillo. A destra Davide Santon ha vinto il ballottaggio con Danilo D’Ambrosio, mentre a sinistra c’è il brasiliano Juan Jesus. Linea mediana composta da Assane Gnoukouri, Gary Medel e Geoffrey Kondogbia. Dietro le due punte, che sono Palacio ed Icardi, agisce Marcelo Brozovic.

Per l’esordio in campionato Edy Reja sceglie un 4-3-3 con Sportiello tra i pali; linea a quattro formata da Masiello, Stendardo, Cherubin e Dramè; centrocampo composto da Carmona, De Roon e Kurtic; tridente offensivo con Denis punta centrale, Gomez a destra e Maxi Moralez a sinistra.

C’è subito una sorpresa nell’Inter: è Gnoukouri il regista basso dei nerazzurri, con Medel ad agire da interno di destra del centrocampo a tre. L’esperimento però dura solo una decina di minuti, il tempo di uno scivolone dell’ivoriano nella propria metà campo che lancia il contropiede dell’Atalanta con Kurtic. Sugli sviluppi dell’azione El Papu Gomez è però impreciso nel raccogliere l’assist di Denis e manda alle stelle da buona posizione. Proprio la posizione dell’argentino lascia più di un dubbio sul modulo messo in campo da Reja: l’ex Catania infatti sembra partire dietro il duo Denis-Maxi Moralez in una sorta di 4-3-1-2 atipico, che lascia pochi punti di riferimento alla difesa nerazzurra.

Con il passare dei minuti l’Inter prende in mano il pallino del gioco, ma sono pochi i pericoli creati alla porta di Sportiello. Il copione è quasi sempre lo stesso: giro-palla sulla trequarti e lancio alle spalle della difesa atalantina per i movimenti di Palacio, che al 12’ non sfrutta il posizionamento errato degli uomini di Reja e viene rimontato.

Intorno al quarto d’ora Icardi è costretto al cambio. L’argentino, che già nel prepartita aveva accusato un problema muscolare, viene fatto uscire da Mancini per precauzione. Al suo posto entra Stevan Jovetic, che prova a dare una sterzata alla prevedibile manovra nerazzurra.

Passano 8’ e a dover fare i conti con gli infortuni è Edy Reja: l’ex tecnico di Napoli e Lazio è costretto a fare a meno di Denis per una botta al perone. Al suo posto entra Mauricio Pinilla.

L’Inter prova a velocizzare la manovra: Kondogbia e Brozovic svariano su tutto il fronte offensivo alla ricerca del pertugio giusto, ma l’Atalanta chiude gli spazi grazie anche al grande lavoro difensivo di Gomez e Maxi Moralez, che in fase di non possesso si schiacciano sulla linea dei centrocampisti in un 4-5-1 ben organizzato. De Roon, posizionato davanti alla difesa, chiude meravigliosamente le incursioni del croato, ma non può nulla quando sul finire del tempo di Jovetic arriva la prima grande occasione dei nerazzurri: bravo Kondogbia a farsi trovare libera al limite dell’area sull’appoggio del montenegrino, ma ancora più bravo è il portiere bergamasco Sportiello a respingere con i piedi.

Nel corso del secondo tempo, Mancini sostituisce uno spento Gnoukouri con Hernanes, ma il cambio di passo richiesto al Profeta non arriva. L’Inter è in controllo del match, ma il ritmo di gioco è lento ed i nerazzurri fanno poco movimento senza palla. Al 63’ Reja, preoccupato dalla costante presenza dell’Inter nella metà campo avversaria, opera il secondo cambio: D’Alessandro, dato per titolare alla vigilia, prende il posto di Maxi Moralez.

La svolta del match arriva al 72’: Carmona, ammonito pochi minuti prima per un fallo su Murillo, entra in modo sconsiderato su Hernanes e lascia la sua squadra in dieci uomini. Reja prova a coprirsi inserendo Migliaccio al posto di Gomez, ma i nerazzurri sembrano sbloccarsi grazie a questo episodio e la manovra diventa più brillante: Hernanes, stabilmente sulla linea di Palacio e Jovetic, ci prova in due occasioni ma non trova di pochi centimetri la porta difesa da Sportiello.

La gara non si schioda e al minuto 86 Mancini lancia nella mischia anche l’esordiente Rey Manaj per un 4-3-3 ultra-offensivo. L’albanese si posiziona da ala destra, con Jovetic a sinistra e Palacio ad agire da prima punta.

Gli schemi sono ormai saltati. Juan Jesus e Santon sono in costante propensione offensiva, a protezione della porta di Handanovic rimangono i soli Miranda e Murillo. Proprio il terzino brasiliano al termine di un’azione prorompente trova Palacio nell’area piccola la cui deviazione, però, termina sul palo.

Quando ormai lo 0-0 sembrava scritto, è Stevan Jovetic, con un autentico colpo da campione, a regalare la vittoria ai nerazzurri. Disattenta nella circostanza la difesa bergamasca, con la retroguardia che non chiude sul montenegrino lasciato solo al limite dell’area sugli sviluppi di un calcio d’angolo.

Partenza contratta dei nerazzurri, con idee poco chiare a centrocampo e ritmo lento. Con il passare dei minuti, però, Kondogbia e Brozovic salgono di tono e schiacciano l’Atalanta nella propria trequarti, anche grazie al loro grande movimento senza palla per non dare punti di riferimento. Positiva la gara dei difensori centrali: Miranda e Murillo subiscono poco o nulla. Sempre attenti, chiudono dal principio ogni possibile attacco dei bergamaschi e non vanno mai in sofferenza. Tutta l’Inter sale di tono negli ultimi quindici minuti di gara, una costante in queste prime partite della stagione, presa in mano da uno Stevan Jovetic che ha concluso la gara in crescendo. Prezioso il lavoro del montenegrino, che mostra grande carattere andando a cercare spesso il pallone sulla trequarti e provando sempre la giocata. Finalmente un numero Dieci vero.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 24 agosto 2015 alle 00:15
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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