In vista della delicata trasferta dell’’Olimpico’, Roberto Mancini rinuncia a Jeison Murillo - non al meglio - e a Geoffrey Kondogbia - diffidato e a rischio giallo -. Si torna al 4-2-3-1, dunque, con Samir Handanovic tra i pali; Danilo D’Ambrosio, Joao Miranda, Juan Jesus e Yuto Nagatomo in difesa; Gary Medel e Marcelo Brozovic in mediana; Eder Citadin Martins, Adem Ljajic e Ivan Perisic alle spalle di Mauro Icardi. Solito 4-3-3 per Donadoni, con gli ex Mbaye, Taider e Destro dal 1’.

Primo tempo giocato ad alti ritmi dalle due squadre, con il Bologna subito aggressivo sui portatori di palla nerazzurri, che spesso sono costretti allo scarico verso la difesa. I piani di Mancini cambiano già dopo 8’: Icardi, dopo un tentativo in spaccata, si infortuna al ginocchio ed è costretto a lasciare il terreno di gioco per Kondogbia. Eder va ad agire da punta centrale, con Brozovic che alza il proprio baricentro alle spalle dell’oriundo ma partecipa sia alla fase offensiva che a quella difensiva. La stessa sorte colpisce pochi minuti più tardi Mattia Destro, sostituito da Sergio Floccari. Come al solito il tridente nerazzurro è molto dinamico e se Adem Ljajic predilige partire largo per poi accentrarsi e ricevere il pallone, non è inusuale vedere veri e propri cambi di posizione tra Perisic e Brozovic e tra il 77 ex Dinamo Zagabria e lo stesso serbo. In difficoltà Eder, spesso lasciato troppo solo e servito con palloni alti, facile preda di Maietta e Gastaldello. Bene la fascia sinistra, con Nagatomo in costante propensione offensiva e più volte al cross, liberato ottimamente da Perisic, bravo nel portar via Mbaye.

Nel secondo tempo parte meglio il Bologna, con Donsah, Rizzo e Mbaye sulla destra a fare il bello e il cattivo tempo. Corre ai ripari allora Roberto Mancini, che inverte i due terzini, spostando D’Ambrosio a sinistra per una maggior copertura e passando al centrocampo a 3, con Brozovic intermedio di destra, Medel in mediana e Kondogbia a sinistra. Donadoni vuole punire i nerazzurri ed inserisce allora Zuniga al posto di Mbaye per avere maggiore spinta sulla destra. La soluzione, però, non si rivela vincente: D’Ambrosio avanza il proprio baricentro e su quella fascia viene dirottato Adem Ljajic che costringe il colombiano a rimanere schiacciato a ridosso del duo Gastaldello-Maietta. Con l’ingresso di Palacio per l’ex Roma, Ivan Perisic torna sulla propria corsia preferita, con Brozovic largo a destra in un vero e proprio 4-4-2. L’ingresso del Trenza rivitalizza l’ambiente nerazzurro che nel giro di 5’ trova il vantaggio grazie a un colpo di testa di Perisic sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Poco dopo il copione si ripete, con Miranda che rimette in mezzo un angolo battuto da Brozovic e D’Ambrosio di piatto a correggere in rete per il 2-0. Donadoni tenta la mossa della disperazione, inserendo Brienza al posto di Donsah, nell’inedita posizione di interno di centrocampo. Il tecnico dei nerazzurri non vuole correre rischi e sostituisce Eder con Murillo, passando ad una difesa a 5, con il colombiano, Miranda e Juan Jesus centrali, più D’Ambrosio e Nagatomo sugli esterni. Ironia della sorte, da un passaggio sbagliato di Kondogbia, proprio Brienza segna la rete della speranza per i rossoblu, che si riversano in avanti e tengono con il fiato sospeso gli oltre 35mila del ‘Meazza’. Miranda e compagni, però, reggono l’urto della squadra di Donadoni e portano a casa 3 punti importantissimi per il proseguo del campionato.

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 13 marzo 2016 alle 01:30
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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