Al 4-3-3 ipotizzato alla vigilia del derby, Roberto Mancini preferisce il 4-2-3-1 per fronteggiare il classico 4-4-2 scelto da Sinisa Mihajlovic. Davanti a Samir Handanovic, il tecnico jesino ripropone la stessa difesa dell’andata con Davide Santon, Joao Miranda, Jeison Murillo e Juan Jesus. La diga davanti alla difesa è composta da Gary Medel e Marcelo Brozovic, con Ivan Perisic a destra, Adem Ljajic a sinistra ed Eder dietro a Stevan Jovetic, unico riferimento offensivo.

I due moduli quasi speculari e molto offensivi regalano un ritmo alto al match fin dai primi minuti, con Perisic che sulla destra sembra molto ispirato e costringe Bonaventura ad aiutare Antonelli in raddoppio in più di un’occasione. La buona trama dei nerazzurri si disgrega però con il passare dei minuti e il Milan prende in mano il centrocampo grazie alla fisicità di Kucka, che vince il duello personale con Brozovic, e all’ottima vena di Keisuke Honda, che sulla corsia destra d’attacco rossonera in coppia con Abate crea qualche problema a Juan Jesus. Proprio dall’out mancino della difesa nerazzurra arriva il cross per il vantaggio milanista, firmato Alex (al minuto 35).

Nella ripresa i nerazzurri provano a rimettere il match in carreggiata, ma faticano non poco a far girare il pallone, a causa dell’ottimo pressing rossonero, con Bacca e Niang ad aggredire in prima battuta e spesso raddoppiati dal centrocampo del Milan. Al 20’ Mancini lancia Icardi per un inconcludente Jovetic e l’Inter alza il proprio baricentro d’azione. I frutti dell’ingresso dell’argentino si vedono e, proprio un suo taglio in profondità manda in tilt la difesa rossonera, con Alex costretto al calcio di rigore. Si incarica della battuta lo stesso attaccante rosarino che, incredibilmente, spiazza Donnarumma ma calcia sul palo (minuto 70).

Il rigore sbagliato è una vera ghigliottina per la testa dei nerazzurri, che capitolano nuovamente dopo 3’ grazie all’ennesimo errore di Juan Jesus. Il brasiliano sbaglia in fase di impostazione e regala palla a Niang, il cui cross è corretto in rete da Bacca (anche Miranda colpevole nella circostanza, per aver lasciato troppo spazio all’attaccante colombiano). Mancini commette l’errore di ritardare troppo l’ingresso di Felipe Melo, lasciando il centrocampo in balìa di un Brozovic disastroso, protagonista di una grandissima quantità di palloni persi che hanno dato il la alle ripartenze rossonere. L’ingresso del centrocampista ex Galatasaray avviene solo dopo il terzo gol del Milan, confezionato da Bonaventura - Santon si fa rubare il pallone al limite dell’area - e concretizzato da Niang. A fargli posto è Perisic, ma il nuovo 4-3-3 disegnato dal tecnico marchigiano serve solo per evitare un passivo più importante.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 01 febbraio 2016 alle 00:45
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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