"Gentile Redazione, sono particolarmente infuriato con la squadra, che nel giro di pochi giorni è riuscita a distruggere quanto fatto di buono in pochi mesi di stagione. La sconfitta maturata oggi contro l'Udinese è paragonabile a quella patita dalla squadra di Mister Mancini qualche stagione fa, 1-3 in casa contro la Lazio, facendoci perdere non solo il primato, ma anche la dignità sportiva, inanellando una serie improbabile di figuracce! Memori di questo episodio, pretendiamo da interisti un intervento societario a partire da gennaio, con l'acquisto di calciatori di carattere, tecnica e personalità (vedasi Deulofeu), in modo da concludere positivamente questa stagione che sta già volgendo in maniera negativa; in difetto, andremo incontro ad un'ennesima, vergognosa, e deludente annata! Cordiali saluti".

Riccardo

 

"Nell'immediato, il campo può dare indicazioni falsate, ma alla lunga no, mai! Ora, pian pianino, l'Inter rientrerà nei ranghi che le competono. Unica variabile la "testa". Se come prevedibile per la storia recente, dovessero crollare, rischiano anche l'accesso alla UCL. Spalletti ha fatto il massimo, ma non si cava sangue dalle rape".

Vittorio

 

"Vi scrivo perché spero possiate sollevare un problema del nostro calcio, le continue inutili fastidiose dannose perdite di tempo. Il calcio è uno sport e come tale va giocato. La palla ferma a far trascorrere minuti non è strategia ma antisportività. Durante Inter Udinese si è raggiunto l'apice, con i friulani impegnati a far passare il tempo dal 15'. Ci vogliono cambi rimessa o calci di punizione quando una squadra impiega più di 10/15 secondi a rimettere in gioco il pallone, ci vogliono sanzioni vere, anche espulsioni se necessario, per chi perde tempo, ci vuole che chi perde tempo fingendo infortuni poi resti fuori per 5 minuti almeno, lasciando la sua squadra con un uomo in meno. Se accettiamo questo schifo, a mio modesto parere, non amiamo il calcio. Grazie mille, Cordiali saluti". 

Fabio

 

"Spettabile Redazione, il disappunto che mi pervade in questa giornata, anche a distanza di ore dalla fine della partita con l'Udinese, è notevole. Non tanto per la sconfitta in se stessa (tanto negli ultimi sette anni ci abbiamo fatto l'abitudine, soprattutto sotto le feste natalizie!) ma perchè non appena (all'incirca da una settimana) avevo iniziato a sospettare di essere stato troppo pessimista sul valore della squadra nerazzurra ed ho conseguentemente cullato la speranza di una stagione finalmente positiva per i nostri colori, ecco che nel giro di quattro giorni ho dovuto assistere ad una doppia, inquietante, prestazione. In entrambi i match casalinghi con le formazioni friulane è apparso palese che la squadra di Spalletti si trova chiaramente in difficoltà, come spremuta sul piano fisico e psicologico, svuotata di energie; chi non lo vede e parla disinvoltamente di sfortuna o di “cose che possono capitare durante la stagione” ha le classiche fette di salame sugli occhi oppure è in malafede. Lo “sbracamento” dimostrato contro il Pordenone e nel secondo tempo con l'Udinese potrebbe apparire assurdo, considerato che si è verificato nel momento in cui la squadra aveva appena raggiunto il vertice della classifica, superando inoltre indenne lo scoglio “storico” più impegnativo di ogni stagione ovvero il “Derby d'Italia” a Torino. E invece, come ho sempre temuto, tale sbracamento è figlio della scarsa dote di personalità nella rosa dei giocatori nerazzurri, oltre che della ottusa presunzione di molti di loro, convinti di essere dei “top player”. A tale grave lacuna si aggiunge il fatto che, stante la colpevole carenza di sostituti all'altezza, Spalletti ha spremuto sino ad oggi i soliti, che si sono “sieduti” non appena superato l'ostacolo torinese, forse anche inconsciamente appagati dal primato, pensando di avere fatto il massimo e che l'obiettivo era raggiunto. Tutto ciò è molto preoccupante non tanto per la sconfitta di ieri, che non deve costituire un dramma e non ridimensiona il lavoro positivo sino ad oggi svolto da Spalletti, quanto per il fatto che il conseguente contraccolpo potrebbe farsi sentire sia nella comunque insidiosa trasferta in casa del Sassuolo sia, soprattutto, con la Lazio, nostra consueta “bestia nera” di fine anno. Due partite oltretutto intervallate dal derby di coppa con i cugini... E, sperando di non essere cattivo profeta nel ribadire i miei timori, rammento che subito dopo ci aspettano la trasferta di Firenze e un'altra “finale per la C.L.” con la Roma. Mi sembra infatti di rivedere la stagione dell'Inter di Mancini di due anni fa: prima in classifica a dicembre e piombata improvvisamente nel baratro sotto le Feste con l'eliminazione in coppa da parte della Juventus e la scoppola casalinga con la Lazio. Della serie, se tutto andasse storto, ci si potrebbe improvvisamente ritrovare, come quasi sempre accaduto nelle scorse stagioni in pieno inverno, senza più ambiziosi obiettivi: eliminati dalla Coppa Italia e risucchiati fuori dalla “zona champions” in quattro e quattr'otto. I miei, sia ben inteso, non sono auspici (anche se i “Guardiani della fede nerazzurra”, vale a dire i sostenitori del “tutto va bene e chi non salta un vero nerazzurro non è” mi daranno quanto meno del disfattista) ma la razionale consapevolezza che l'Inter odierna è tutt'altro che un monolito, sicuramente non la “squadra fortissima e non migliorabile” regolarmente decantata, sempre con il fare irritante di chi “sa tutto lui e non ammette repliche”, da Piero Ausilio. Questa “balla”, ormai trita e ritrita, di Ausilio, ha finito per stancare anche Spalletti (vedasi la Sua replica nel dopo-partita di ieri) e costituisce una non trascurabile e colpevole “incrinatura” nella serenità complessiva che necessiterebbe intorno alla squadra. Ma tant'è che, il sopra citato “Dirigente”, che in altre Società calcistiche di prim'ordine non occuperebbe più da tempo tale posizione visto l'indecoroso sperpero di risorse finanziarie profuso negli ultimi tempi per accaparrarsi emeriti “flop” (per usare un eufemismo) calcistici quali Kondogbia, Barbosa, Joao Mario, Dalbert, ecc., non perde occasione per incensare il proprio malsano operato, enfatizzando a dismisura il valore dell'attuale rosa della squadra. Spalletti, come chi altri ha occhi per vedere, conosce benissimo i limiti tecnici e di personalità dell'Inter attuale e quindi bene ha fatto ieri a chiedere alla Società di uscire allo scoperto dicendo ufficialmente per bocca della Proprietà, non tramite un qualsiasi dipendente, cosa ha intenzione di fare per non gettare alle ortiche un'altra stagione. Ma sino ad oggi è stato più semplice, per Suning, mandare Ausilio, con la consueta arroganza che ne contraddistingue il proporsi davanti alle telecamere, ad ergersi a difensore dell'impegno societario facendo venire il sospetto (forse tale tarlo si è già insinuato nei pensieri di Spalletti?) che se le cose andranno storte sarà colpa dell'ennesimo allenatore incapace a guidare fior di campioni! E' giunto invece il momento che la Proprietà cinese dell'Inter si assuma pubblicamente, tramite parole dirette del Signor Zhang o del Figlio, la responsabilità di dire apertamente i reali motivi dell'ormai palese “braccino corto” in ambito di investimenti sul mercato, smettendo di nascondersi dietro ad un dito con l'ormai ricorrente filastrocca del Financial Fair Play. E che questa sia una “storiella” lo dimostra il fatto che, invece di immettere in Società capitali freschi (come fanno viceversa le proprietà calcistiche serie che ambiscono a risultati prestigiosi), il gruppo Suning non trova di meglio che emettere uno stucchevole titolo di debito (sono curioso di vedere quanti lo compreranno dopo le performances sportive di questa settimana...) che appare palesemente come un'ammissione di disinteresse verso l'ambizione sportiva e di mero perseguimento del business finanziario. Che la Proprietà demolisca tali sospetti dimostrando nei fatti che le ambizioni sventolate solo a parole, sino ad oggi, sono realistiche evitando, con acquisti seri nel mercato di Gennaio, un'altra annata di cocenti delusioni per una tifoseria che meriterebbe ben altri rispetto e considerazione". 

Paolo

 

"Spett.le Redazione,dopo la sconfitta con l'Udinese ed i vari commenti che hanno fatto tutti gli appassionati nerazzurri, porgo questo consiglio a chi di dovere. Ci vuole un vice Icardi, forte di testa e con esperienza. Avevo pensato,scorrendo i vari giocatori svincolati, un certo Jaja Coelho(31 anni) 1,89 altezza,brasiliano,attualmente disponibile presso la società KSC Lokeren. Potrebbe fare benissimo all'Inter. Saluti da un sempre tifoso nerazzurro".U

Ubaldo

Sezione: Visti da Voi / Data: Dom 17 dicembre 2017 alle 19:04
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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