Da oggetto misterioso a cecchino implacabile. E' la storia di Bas Dost, passato in poche settimane da panchinaro (e anche tribunaro), a titolare inamovibile e punta di diamante della squadra di Hecking. Prima c'era Olic titolare e Bendtner alternativa. Ora il croato è tornato all'Amburgo, il danese continua a fare panchina e in campo ci va lui, che ha appena guadagnato la chiamata in Nazionale olandese. "È un animale d’area, che preoccupa l’Inter non poco - segnala la Gazzetta dello Sport -. Nella storia del Wol­fsburg solo Grafite, nell’anno del titolo (2008­-09), ha segna­ to più di lui dopo 24 giornate di campionato: 13 ne ha fatti Dost (in 13 presenze), 17 ne fece Grafite (in 15 presenze). L’olandese è andato meglio di gente come Dzeko e Mandzukic. E pensare che a inizio anno finiva spesso in tribuna. In estate, dopo due stagioni fallimentari e ricche di infortu­ni, aveva pensato di andarsene, ma è rimasto (su consiglio dell’amico e compagno di squadra Malanda, morto a gennaio in un incidente stradale) per trovare il riscatto. In carriera aveva vissuto un momento difficile anche a 19 anni, all’Emmen, nella seconda divisione olandese: aveva perfino pensato di andare in Finlan­dia, ma decise di restare in Olanda. Arrivò l’Heerenve­en. Anche lì, nel 2010-­11, non fece benissimo. L’Ajax, senza crederci troppo, pro a prenderlo per sostituire Suarez, ma alla fine restò e segnò 32 gol in 34 partite, capocannoniere della Eredivisie. Ora Hecking se lo coccola. Nel 2015 ha se­ gnato 13 gol in 10 partite ufficiali. E avrà toccato sì e no 13 palloni".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 12 marzo 2015 alle 10:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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