Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti si prende la briga di rispondere a un pezzo di Arrigo Sacchi apparso nei giorni scorsi sulla Gazzetta dello Sport. Ecco qualche puntualizzazione di Sconcerti.

- Sacchi dice che il difetto del calcio italiano è che cerca non la bellezza, ma come unica valenza il risultato. Da noi si fa tattica non strategia. Mentre l’unica strategia del calcio è il gioco. Tatticismo e individualità al posto di una strategia di gioco. Da questa premessa rimprovera Mancini di «studiare il suo avversario per opporglisi individualmente, più impegnato a difendersi e a sfruttare al massimo forza e qualità dei singoli». Credo sia vero, ma questa non è tattica, è proprio strategia, quella che cerca Sacchi, solo che non è la sua. Tattica è cercare accorgimenti per vincere una partita. Usare forza e qualità dei singoli per un fine, questa è strategia. Si può dire che non va bene a Sacchi, ma non che non ci sia. Qualunque gioco va poi finalizzato al risultato, altrimenti sarebbe appunto solo un gioco. 

- Per Sacchi, Mancini non «deve accontentarsi di vincere, ha le capacità di vincere divertendo». Anche questo è vero in teoria. Per quello che ho capito io Mancini non scende in campo convinto di vincere. Cambia squadra e tattica proprio perché ha costantemente paura di non riuscire a farlo. Ha capito l’instabilità dell’Inter, i suoi limiti, e cerca di ridurli al minimo pagina dopo pagina. La cosa sorprendente è che ci sta riuscendo. Anche questa è strategia. Mancini ha vinto 8 partite su 12, ne ha persa una soltanto, forse è paura ma resta una buona gestione degli uomini. Più nel particolare, mi aspetterei da Sacchi consigli molto più dentro il calcio. Quale sarebbe la sua Inter migliore? Quale ruolo per Guarin? Medel e Melo possono giocare insieme? E si può loro aggiungere Kondogbia? Come si può ritrovare Perisic? E Jovetic è il giocatore universale che serve per aiutare Icardi? L’Inter non ha commesso peccati, non si chiude perché questa è la storia italiana. È semplicemente che ha difficoltà ad attaccare. Per Sacchi è colpa di Mancini? 

- Sacchi parla molto anche della Fiorentina e la racconta come una delizia, una maestra del possesso palla. Non sarò io a contraddirlo, ma temo l’abbia vista poco. La Fiorentina ha cambiato il quaranta per cento della squadra dopo le prime due giornate. Aveva Roncaglia stopper, Borja Valero secondo mediano, Gilberto esterno destro, Tomovic terzino destro. Ora gioca un 3-6-1 che si basa su un quadrato di centrocampisti su due linee, la prima composta da due mediani illuminati, Badelj-Vecino, la seconda da due registi avanzati molto tecnici, Borja Valero-Ilicic, più due esterni sulla stessa linea, Alonso e Bernardeschi (o Blaszczykowski). Il suo segreto non è il possesso palla, ma la superiorità numerica in mezzo al campo che lo consente. Non solo, ma la Fiorentina fa possesso palla quando è in vantaggio, dopo aver segnato, prima va rapidamente in verticale. È dopo che nasconde il pallone, non fa tiki taka, fa catenaccio tenendo il pallone, gestisce. Ma ha perso tre volte più dell’Inter. Questo è l’ultimo dubbio sui viola, l’unico dato che non fa scudetto. 

Sezione: News / Data: Dom 15 novembre 2015 alle 12:37 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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