Il ReportCalcio 2023, presentato ieri dal presidente della FIGC Gabriele Gravina, analizza nel dettaglio quelle che sono le prestazioni finanziarie dei club di Serie A nella stagione 2021-2022. Nella penultima stagione sportiva, la Serie A ha registrato un valore della produzione poco inferiore ai 3 miliardi di euro, in decremento del 6,5% rispetto al 2020-2021, stagione fortemente influenzata da maggiori ricavi derivanti dai diritti televisivi e attività commerciali, in considerazione della conclusione della stagione sportiva precedente ad agosto 2020 (con i proventi del periodo luglio-agosto, di competenza della stagione 2019-2020, confluiti nei risultati economici 2020-2021). I ricavi da ingresso stadio hanno visto una ripresa nel corso del 2021-2022 e si attestano a 218 milioni, in aumento di 196,9 rispetto al 2020-2021, una stagione che si è disputata a porte chiuse o con ingressi contingentati per quasi tutto il campionato. Il dato relativo al ticketing risulta in ogni caso in riduzione di 84 milioni in confronto al 2018-2019, ultima stagione precedente all’impatto della crisi pandemica. L’incremento dei ricavi da ticketing viene parzialmente compensato dalla riduzione delle entrate legate ai diritti televisivi e radio, che nel 2021-2022 hanno raggiunto quota 1,2 miliardi (-28,9%), in considerazione principalmente di quanto descritto in apertura di sezione e del decremento registrato nel valore dei contratti per i diritti tv relativi al periodo 2021-2024. I proventi generati dalle plusvalenze e cessioni temporanee di calciatori hanno registrato un incremento di 132,5 milioni nel 2021-2022 (+32,4%), ma risultano ancora lontani dai risultati generati prima della pandemia, quando tali ricavi si attestavano a 835 milioni.

Il costo della produzione supera invece i 3,8 miliardi (-7,7%); anche in questo caso il trend è influenzato dal confronto con le spese sostenute nella stagione sportiva 2020-2021, che comprendono anche i costi di competenza del bimestre luglio-agosto 2020 (relativi al termine della stagione sportiva precedente 2019-2020). Il costo del lavoro ammonta a 1,9 miliardi (-177 milioni rispetto alla stagione precedente o -8,4%) ed incide per il 50% del totale dei costi di produzione. Gli ammortamenti e svalutazioni sono pari a 970 milioni (-180 milioni rispetto al 2020-2021). Il costo imputabile al personale tesserato (stipendi + ammortamenti) incide per l’87% del valore della produzione (rispetto al 91% del 20202021, al 79% del 2019-2020 e al 64% del 2018-2019, ultima stagione pre COVID-19). In considerazione di tutto questo, il risultato netto negativo è superiore al miliardo di euro, con un leggero miglioramento rispetto alla perdita registrata nella stagione 2020-2021, che ammontava a 1,1 miliardi (+9,8%). A livello patrimoniale, si registra nuovamente un incremento dei debiti, che raggiungono il valore di 4,9 miliardi (+1,1%) e si assiste in parallelo ad un decremento del patrimonio netto (-24,1%), in controtendenza rispetto agli ultimi esercizi (si è passati dai 564 milioni del 2018-2019 ai 603 del 2019-2020 e ai 622 del 2020-2021, fino ai 472 del 2021-2022), principalmente a causa di perdite di esercizio particolarmente cospicue generate da alcuni club, che hanno eroso il proprio livello di patrimonializzazione.

Sezione: News / Data: Ven 04 agosto 2023 alle 19:35 / Fonte: Calcioefinanza.it
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
vedi letture
Print