Marco Giampaolo si sta imponendo come tra i migliori tecnici del panorama nazionale. L'allenatore della Samp, interista doc, è stato intervistato oggi dal Corriere dello Sport.

Domenica sera si gioca Sampdoria-Lazio. E’ lo scontro diretto delle rivelazioni? 
"E’ una partita che arriva in un momento propizio, sia per noi che per loro, al di là degli ultimi risultati". 

A Bologna avete pagato il 3-1 sulla Juve della domenica precedente? 
"No. La verità è che la Samp non può pensare di avere lo stesso rendimento in casa e fuori, altrimenti qui si perde di vista la realtà. Ha vinto il Bologna, che ha un attacco fortissimo con Verdi, Destro e Palacio, complimenti al Bologna e si riparte". 

Che giocatore è Torreira? Molti, forse per la statura, lo paragonano a Pizarro. 
"Pizarro aveva tanta qualità, ma anche lui era tignoso. Se Torreira fosse alto 1,80 oggi costerebbe già 100 milioni e sarebbe considerato fra i registi più forti del mondo. Gioca corto e lungo, recupera palla e riavvìa la manovra, sa sempre dove casca il pallone. Andrà in un grande club che non si preoccupa tanto della statura". 

Un anno fa in squadra aveva Skriniar, Bruno Fernandes, Muriel e Schick. 
"Sono partiti quattro grandi calciatori, in tre fanno la Champions, il quarto (Skriniar) la giocherà il prossimo anno. Ma noi siamo migliorati in senso collettivo". 

Con tanti stranieri nel campionato, la Nazionale ne risente. 
"Alt. Non è colpa degli stranieri se la Nazionale non si è qualificata per il Mondiale. Evidentemente non siamo in grado di crescere i nostri ragazzi anche per una ragione economica: all’estero costano meno e fra uno straniero di 20 anni e un italiano della stessa età il presidente di un club prende lo straniero. Poi però non si deve sindacare sui risultati degli azzurri e mettere in croce Ventura". 

Il futuro allora qual è? 
"Io faccio l’allenatore e immagino tre cambiamenti. Il primo: creare un protocollo di tipo tecnico e tattico che unisca tutte le Nazionali, dalla Under 16 alla Nazionale A. Tutte devono avere la stessa impostazione, così quando un giocatore fa il salto di categoria non è costretto a ripartire da zero. Il secondo: ci vogliono gli stage, bisogna individuare 4 settimane all’anno da dedicare alla Nazionale. E se per avere quello spazio c’è bisogno di ridurre il numero delle squadre, va bene, passiamo a 18. Il terzo: vada a rileggere l’elenco dei convocati azzurri per il 2006, si accorgerà che gran parte di quei giocatori è passata dalla Serie C alla Serie A, gente come Oddo, come Grosso, come Barzagli. Adesso i club di Serie A danno un premio di valorizzazione a quelle società di Lega Pro che fanno giocare il giovane mandato lì in prestito. Ma così sparisce la competitività. Prima un ragazzo per giocare in C doveva bruciare l’erba, ora ci gioca perché porta soldi. Così non migliori i giovani, così li illudi. La politica ha massacrato il calcio". 

Campionato livellato. Un equilibrio che si può spezzare con Napoli-Juve se vincerà il suo amico Sarri. 
"Il Napoli rappresenta la bellezza, la Juve la concretezza, a volte è bella, altre volte no. Ma c’è anche la Roma che sta facendo un bel percorso, come l’Inter: hanno cambiato allenatore e hanno risposto subito ai nuovi comandi. E poi c’è anche la Lazio: l’ho detto poco fa, mi piace proprio". 

Sezione: News / Data: Gio 30 novembre 2017 alle 10:26 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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