Luca Castellazzi, portiere di riserva in nerazzurro, ha rilasciato una lunga intervista al SecoloXIX, della quale FcInterNews ha selezionato le parti più interessanti. L’ex doriano ha parlato della fine del suo rapporto con la Sampdoria, prossima avversaria nerazzurra, domani in posticipo, e dell’ammirazione che l’Inter ha avuto nei suoi confronti, condita dai continui complimenti recatigli da Julio Cesar, che ha sempre considerato Luca un ottimo portiere. Ecco uno stralcio dell'intervista:

L’infortunio di Napoli ha cambiato la sua storia nella Samp?
«Non era un infortunio gravissimo. Dopo due mesi sarei potuto tornare in campo. Quando però la società ha scelto di prendere un altro portiere (Storari, ndr) era evidente che le nostre strade si sarebbero divise. Erano mesi che ci incontravamo, che si parlava di trovare un accordo per rinnovare il contratto, poi sono state dette tante cose non vere. Il nodo della questione era la lunghezza del contratto, non la parte economica. L’infortunio ha velocizzato la separazione. Ha messo la società nella condizione di prendere un altro portiere anche se in prestito e mettermi alle strette. Io l’ho interpretata come un “o accetti le nostre condizioni o andiamo avanti con un altro”. Lì ho capito che se un infortunio poteva alterare un rapporto come il nostro voleva dire che non mi si dava il giusto valore».

Poi sono arrivate le parole di Julio Cesar e l’interesse dell’Inter.
«Sorprendendo anche qualche dirigente della Sampdoria...».

Separazione inevitabile?
«Credo di aver fatto molto per rimanere. Ma quando ti fai male alla domenica e al martedì hai già il sostituto davanti, non ci resti bene. Ho avuto le mie sensazioni. Da una realtà vissuta da protagonista mi sono trovato ai margini della squadra».

Cassano si è sempre schierato dalla sua parte.
«Con Antonio c’è un rapporto di stima infinito, di grande sintonia anche se con caratteri diversi. Non si è mai dimenticato di me. Mi cambiavo vicino a lui, urlava sempre, ora per non sentirne troppo la mancanza ho di fianco Materazzi».

I suoi unici minuti con la maglia dell’Inter li ha fatti per ora in Champions, contro il Werder, proprio chi ha tolto il grande sogno europeo alla Samp.
«Ci sono rimasto male. Quel quarto posto era anche mio, l’avevo conquistato da protagonista per sei mesi. E prima della partita ci ho pensato, poi qualche mio ex compagno mi aveva chiesto di vendicarlo… Ci sono riuscito».

Solito gioco. Chi toglierebbe alla Sampdoria?
“Cassano è scontato. Dico Pazzini. Non ha ancora segnato e uno come lui non ci resta così a lungo senza farlo. Ma toglierei anche il capitano, Palombo, l’anima della squadra“.

Cosa darebbe per giocare un solo minuto?
“Sarebbe una bella soddisfazione, però non è un problema. Conosco il mio ruolo e li guarderò dalla panchina”.

Ormai è entrato nell’idea di fare il secondo?
“Le mie partite le ho giocate e all’Inter non potevo dire di no. È stata una scelta ponderata. Accettare un ruolo con poche occasioni non è mai facile, nemmeno a 35 anni ma l’unico modo è allenarsi come se dovessi giocare alla domenica”.


 

Sezione: News / Data: Sab 23 ottobre 2010 alle 11:50 / Fonte: Secolo XIX - Calciomercato.com
Autore: Alberto Casavecchia
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