La trasferta toscana dell'Inter in quel di Firenze termina con un folle e spericolato 5-4 in favore della Fiorentina. Il risultato della gara del 'Franchi' è la sintesi di una partita incredibile per svolgimento ed emozioni, ma che boccia i nerazzurri oltre il clamoroso risultato. La squadra di Pioli perde contro un avversario modesto, che ha comunque surclassato - almeno nella prima metà della ripresa - gli uomini scesi in campo con la maglia bianca, colpevoli di non aver saputo difendere un vantaggio prezioso e di essersi fatti rimontare nel modo più eclatante e fragoroso. Uno dei pochi volti positivi della prestazione interista è stato Ivan Perisic, che ha trovato la rete del momentaneo 1-1 e ha rappresentato sempre un valido punto di riferimento sulla fascia sinistra. Un portentoso mix di qualità fisica e forza atletica, una continua spinta lungo l'out: il croato è l'ala d'attacco di cui l'Inter continua ad aver bisogno. L'imprescindibile in avanti.
I NUMERI - L'esterno ha contribuito al 4,1% del possesso palla nerazzurro venendo a contatto con il pallone in 53 occasioni: il migliore dell'intero reparto offensivo sotto questo aspetto. Il numero 44 della Beneamata ha conservato una percentuale di precisione nei passaggi che si aggira intorno al 69%. Anche su questo fronte, tra i migliori della squadra. Perisic ha dimostrato, inoltre, di essere presente in entrambe le fasi: ha aiutato Nagatomo in difesa (due le respinte del croato sui cross avversari) ma allo stesso tempo non ma mai fatto mancare il suo apporto in proiezione offensiva. Ha tentato due volte la conclusione (una ha portato al gol, l'altra a un tiro terminato alto) e con le sue avanzate palla al piede ha seminato il panico nella difesa avversaria: corsa, energia, velocità, un dribbling riuscito e tanti chilometri macinati sulla fascia. Pescato una volta in offside, è stato l'unico di tutta la sua squadra a non essersi visto portar via la sfera dai giocatori avversari.
PRIMO TEMPO - Protagonista di un super avvio di gara, Perisic fa entrare il suo nome nel tabellino con un sinistro freddo e preciso sotto porta: è lui stesso ad avviare l'azione, con un filtrante millimetrico ad innescare il movimento di Candreva sull'out di destra. L'ex-Lazio piazza il pallone al centro: il croato c'è, non viene seguito dai difensori della Fiorentina e si ritrova completamente libero al limite dell'area piccola. Facile per lui il tap-in a due passi dalla porta. Ma anche nei minuti successivi la sua classe non si smarrisce, anzi, lui si galvanizza e parte l'uragano: si vedono da parte sua numeri e giocate sensazionali, colpi di tacco ed ottimi spunti per i compagni. Si vede il vero Perisic, quel giocatore tanto prezioso quanto letale, che non perdona alcuna defaiance avversaria ed illumina il gioco nerazzurro.
CALO NELLA RIPRESA - Ma al termine dell'intervallo, il croato non riesce a mantenere il suo rendimento ai livelli della prima frazione di gioco. Per legittime ragioni: le iniziative personali non mancano, ma ciò che stenta ad arrivare è il supporto dei compagni. La Beneamata si rintana negli ultimi 30 metri e non riesce più a ripartire: gli uomini di Sousa ne approfittano prima per rimontare lo svantaggio e poi per dilagare, mentre Perisic diviene amaro spettatore di un crollo inspiegabile che fotografa il quadro Inter di questo momento. Il finale si riaccende perché il risultato torna in bilico, ma gli ospiti non riescono più a reagire: la tripletta di Capitan Icardi è soltanto un'oasi nel deserto, il resto della squadra - così come l'ala croata - è già da tempo ormai sparita dai radar. E il triplice fischio dell'arbitro segna un tonfo esterno dal sapore amaro, grazie al quale svaniscono le speranze nerazzurre. Una delle poche note positive del sabato sera interista è l'ottima prova di Ivan Perisic, che tenta come può di far male in avanti e non disdegna l'aiuto in fase di ripiegamento. Ma il sostegno dei compagni di squadra è misero, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Andrea Pontone
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