È allarme rosso in casa Inter, dopo la scorpacciata conclusasi in casa dell’Atalanta, prima delle ultime quattro partite senza vittoria. La squadra è in fase di calo, checché ne dicano i giocatori. Mancano gambe, testa e, soprattutto, alternative: insomma, tutte le variabili che potevano alterare un equilibrio quasi perfetto sono entrate in gioco contemporaneamente, provocando un’emorragia di risultati negativi. Alla faccia di un calendario alla portata di chi, dopo il trionfo di Torino, cullava sogni di gloria. Occhio però, nulla è ancora compromesso, siamo ancora a novembre e i punti dalla vetta sono appena 4. Ma quel che conta adesso è guardarsi le spalle: se è vero che l’obiettivo dichiarato della società a inizio stagione non era lo scudetto ma la qualificazione in Champions, la tabella è stata rispettata. Ma resta l’amaro in bocca per aver sprecato l’ennesima occasione per avvicinare posizioni più nobili.
DUE CREATIVI AI BOX - Al di là di quanto accaduto sul campo, dando uno sguardo alla tribuna del Tardini si può fare una valutazione significativa. Accanto alla dirigenza, giunta a Parma in massa, c’era Antonio Cassano, che pur squalificato, come anticipato nei giorni precedenti da Stramaccioni, ha seguito i compagni in Emilia. Un gesto che merita rilevanza, soprattutto se paragonato all’assenza forzata di Sneijder. I due creativi di questa Inter, ieri assenti, avrebbero fatto assai comodo all’allenatore nel momento in cui in attacco la sua squadra non produceva nulla. Ma in entrambi i casi è stato impossibile convocarli, anche se per motivazioni diverse. Motivazioni che rappresentano la cartina tornasole del loro momento attuale.
FANTANTONIO SENZA ALTERNATIVE - Per quanto concerne Cassano, la società ha fatto il possibile per fargli togliere la squalifica inflittagli dopo gli scontri verbali con Giacomelli nel tunnel degli spogliatoi dopo Inter-Cagliari. Ricorso rispedito al mittente, troppo severo il referto degli ufficiali di campo. Una disdetta per Stramaccioni, che ha avuto miglior sorte del barese da questo punto di vista. Rinunciarvi a Parma è stato un handicap non da poco, perché ha imposto l’impiego di un Guarin non ancora al 100% e ha privato di fantasia un gioco che, contro una difesa così schierata come quella di Donadoni, ne avrebbe assolutamente avuto bisogno. Gap che si riproporrà anche domenica prossima a San Siro contro il Palermo, visto che Fantantonio dovrà scontare la seconda giornata di squalifica. E non potrà essere sostituito da Sneijder, salvo colpi di scena in settimana.
WESLEY HA IL POTERE - L’olandese infatti deve ancora dare una risposta definitiva alla dirigenza circa la a richiesta di riduzione e spalmatura dell’ingaggio. Fisicamente sta bene, la lesione muscolare è solo un lontano ricordo, ma il muro contro muro che lo vede protagonista non gli permette di tornare a giocare. Eppure ce ne sarebbe tremendamente bisogno, soprattutto in un momento così delicato della stagione. I compagni hanno speso per lui belle parole, ma al contempo non si sono sbilanciati e quasi lo hanno invitato indirettamente ad ammorbidire la sua posizione per il bene della squadra. Chissà se il trequartista di Utrecht coglierà il messaggio e farà un passettino indietro, come quando arretra verso il centrocampo per farsi recapitare il pallone. Rispetto a Cassano, lui ha il potere di cambiare il suo destino.
CHI IN TRIBUNA, CHI SUL DIVANO - Tornando al segnale significativo che pone agli antipodi le situazioni dei due creativi ieri assenti, val la pensa sottolineare nuovamente la presenza di Cassano a supporto dei compagni, mentre Sneijder ha visto la partita a casa sua, in televisione. A conferma di quanto il prima sia ‘dentro’ il progetto della nuova Inter di Stramaccioni, mentre il secondo sia al momento ai margini. In una situazione diversa, con Fantantonio in tribuna probabilmente, anzi sicuramente Wesley sarebbe sceso in campo a guidare i compagni dando quel pizzico di imprevedibilità che a Parma è mancata. Invece era seduto sul divano del suo appartamento milanese, nello stesso condominio proprio dell’amico di Bari Vecchia. E non è difficile immaginare quanto Strama, rispondendo ‘obbedisco’ alla richiesta del club di non convocarlo, abbia maledetto la sua assenza mentre assisteva a una delle peggiori serate della sua Inter.
A NOZZE CON IL PROGETTO - Questione di progetto, dunque: Cassano lo ha sposato anche finanziariamente, Sneijder non ancora. Tecnicamente, finora la squadra ha fatto bene anche senza di lui, ma quando le alternative mancano la sua assenza si fa sentire come non mai. È nel momento in cui la ruota non gira che si invoca il ritorno dell’olandese, quasi fosse un’ancora di salvataggio. Argomento che di certo sta a cuore alla dirigenza, ma non quanto l’aspetto meramente economico che impone determinate scelte, anche a costo di privare la squadra di un giocatore che farebbe molto comodo e che invece guarda i compagni seduto sul divano di casa sua. Situazione intricata, ma se Sneijder non accetterà di sposare il progetto anche finanziariamente gli sarà preclusa la parte tecnica e, probabilmente, gli verrà trovata un’altra squadra a gennaio. Con buona pace di chi rivorrebbe il numero 10 ancora alla guida dell’Inter, compagni compresi.
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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